Cronaca nera italiana: misteri irrisolti da Garlasco ad Arce
Giustizia in sospeso: Riaperte le indagini per Poggi e Mollicone, ma tante altre vittime aspettano verità
Riaperte le indagini sulla morte di Chiara Poggi e Serena Mollicone: un barlume di speranza per le famiglie che da anni lottano per la verità. Due casi che hanno sconvolto l'Italia, due giovani vite spezzate, due misteri che sembrano finalmente prossimi a trovare una soluzione. Ma queste riaperture, annunciate nel 2023, riaccendono i riflettori su un problema ben più ampio: la piaga dei casi irrisolti, delle morti senza giustizia, di famiglie che vivono nel limbo dell'incertezza.
La storia di Chiara Poggi, trovata morta nella sua abitazione a Garlasco nel 2007, e quella di Serena Mollicone, uccisa ad Arce nel 2001, sono solo le più note, quelle che hanno ricevuto maggiore attenzione mediatica. Ma dietro queste due tragedie si nasconde un'infinita schiera di altri casi irrisolti, che attendono con angoscia una risposta, una spiegazione, un colpevole.
Si pensi a Liliana Resinovich, il cui ritrovamento senza vita a Trieste ha lasciato aperta una ferita profonda nella città. Oppure al caso di Pierina Paganelli, la cui scomparsa e il cui ritrovamento hanno generato interrogativi ancora irrisolti. E poi c'è il caso Emanuela Orlandi, un mistero che dura da decenni, un dolore che non si placa, e che continua a tenere banco nell'opinione pubblica. Non possiamo dimenticare nemmeno i delitti del Mostro di Firenze, con le sue vicende ancora cariche di ombre e misteri.
Questi sono solo alcuni esempi di un problema ben più vasto. In Italia, troppe morti rimangono senza spiegazione, troppe famiglie vivono con il peso di un lutto senza pace. La giustizia, in questi casi, sembra un'entità lontana, inarrivabile. L'impunità dei colpevoli, quando questi rimangono sconosciuti, è un'onta che grava sulla società intera.
Le riaperture delle indagini su Chiara Poggi e Serena Mollicone rappresentano un segnale di speranza, la dimostrazione che la ricerca della verità non si arresta mai. Ma questo deve essere solo il primo passo di un percorso più ampio, una presa di coscienza da parte delle istituzioni e della società per garantire una maggiore attenzione ai casi irrisolti, per offrire alle vittime e alle loro famiglie la giustizia che meritano. È necessario investire in risorse e tecnologia per dare speranza a chi attende ancora la verità. E per assicurare che nessun altro debba vivere nel limbo dell'incertezza e del dolore senza fine.
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