L'influencer IA Zoe De Biasi conquista Il Corriere

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La trovata pubblicitaria di BetterBody fa discutere: Zoe De Biasi, l'influencer virtuale che "si compra" Il Corriere

Una campagna di marketing audace e innovativa, o una mossa discutibile? La recente iniziativa di BetterBody, marchio di fitness, sta generando un acceso dibattito sui social media e tra gli addetti ai lavori. Al centro della polemica, Zoe De Biasi, un'influencer non di carne e ossa, ma creata interamente dall'intelligenza artificiale. La particolarità? BetterBody ha addirittura "acquistato" uno spazio pubblicitario sul Corriere della Sera, usando proprio l'immagine di Zoe, per promuovere i suoi prodotti.
La scelta di utilizzare un'influencer virtuale è indubbiamente originale. BetterBody punta su Zoe come simbolo di un corpo "perfetto" e raggiungibile, un'immagine spesso associata alle promesse (spesso irrealistiche) del mondo del fitness. La campagna, con il suo approccio diretto e non convenzionale, ha attirato l'attenzione del pubblico, ma non senza sollevare perplessità. Molti utenti si interrogano sull'eticità di utilizzare un'immagine generata dall'IA, senza la presenza di un modello umano reale, per promuovere un prodotto che si rivolge alla cura del corpo e all'immagine fisica.

"È una strategia di marketing geniale oppure una mancanza di rispetto verso le influencer 'reali'?" si chiedono in molti sui social, dove il dibattito infuria tra chi elogia l'innovazione e chi critica l'utilizzo di un avatar digitale per veicolare messaggi relativi alla bellezza e al benessere fisico. La questione solleva interrogativi anche sulla trasparenza della comunicazione pubblicitaria, in un momento in cui la distinzione tra contenuto reale e artificiale sta diventando sempre più sfumata.

Ma chi è Zoe De Biasi? A differenza delle influencer tradizionali, Zoe non ha una vita privata da condividere, né esperienze personali da raccontare. È una creazione digitale, studiata nei minimi dettagli per incarnare un ideale di bellezza che, per molti, è proprio la questione principale. L'utilizzo di un'intelligenza artificiale per generare un'immagine "perfetta" solleva questioni importanti riguardo alla rappresentazione dei corpi e alla pressione sociale che spesso grava sulle persone.

La campagna di BetterBody, in definitiva, apre un importante dibattito sul futuro del marketing, sull'impatto dell'IA sul mondo delle influencer e sul modo in cui le aziende si relazionano con il concetto di bellezza e di immagine corporea. L'azienda non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali per rispondere alle critiche. La storia di Zoe De Biasi e della sua pubblicità sul Corriere della Sera, quindi, continua a far parlare di sé, aprendo un confronto necessario e forse anche un po' scomodo sulle implicazioni dell'utilizzo sempre più massiccio dell'intelligenza artificiale nel settore della comunicazione e del marketing.

(17-03-2025 09:04)