Erdogan consolida il potere: repressione degli oppositori in Turchia

L'arresto di Imamoglu: un altro tassello nel consolidamento del potere di Erdogan?
L'arresto del sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, rappresenta l'ennesimo capitolo di una lunga e preoccupante storia di repressione politica in Turchia. Condannato a due anni e sette mesi di reclusione per "insulto a funzionario pubblico", Imamoglu, figura di spicco dell'opposizione e annunciato candidato alle prossime elezioni presidenziali, è stato immediatamente privato dei suoi diritti politici. Questa sentenza, ampiamente criticata dalla comunità internazionale come strumentalizzazione della giustizia, getta un'ombra pesante sulla già fragile situazione democratica del Paese.
La carriera politica di Imamoglu, segnata da una clamorosa vittoria alle elezioni municipali di Istanbul nel 2019 contro il candidato del partito al governo, AKP, è stata fin dall'inizio un'implicita sfida al potere di Recep Tayyip Erdogan. La sua popolarità crescente, alimentata da un'immagine di amministratore capace ed efficiente, rappresentava una seria minaccia alle ambizioni del Presidente turco di perpetuare il suo dominio.
L'arresto di Imamoglu non è un evento isolato. Negli oltre vent'anni al potere, Erdogan ha sistematicamente eliminato ogni forma di opposizione, utilizzando strumenti giudiziari e legislazioni repressive per silenziare critici e dissidenti. Giornalisti, attivisti per i diritti umani, politici di opposizione: tutti hanno subito le conseguenze di una politica volta al consolidamento del potere a tutti i costi. Questo modus operandi, che vede l'utilizzo di processi spesso iniqui per neutralizzare i rivali politici, mette seriamente a repentaglio i principi fondamentali dello stato di diritto.
La comunità internazionale ha espresso profonda preoccupazione per la sentenza nei confronti di Imamoglu. Organizzazioni per i diritti umani come Human Rights Watch e Amnesty International hanno denunciato la violazione dei diritti fondamentali e l'assenza di un processo equo. L'Unione Europea, da sempre impegnata in un delicato dialogo con la Turchia, ha espresso forti preoccupazioni per le implicazioni di questa decisione sulla democrazia nel Paese e sul futuro delle relazioni bilaterali. Human Rights Watch
L'arresto di Imamoglu, pertanto, non è solo un evento di cronaca politica turca, ma un segnale allarmante per tutti coloro che credono nella democrazia e nello stato di diritto. Si tratta di un'ulteriore prova di come il potere, se non contrastato, possa essere utilizzato per reprimere le voci dissenzienti e per assicurare la propria sopravvivenza politica, anche a costo di sacrificare i principi fondamentali di una società libera e giusta. Il futuro della Turchia, e il suo percorso verso una maggiore democratizzazione, appaiono oggi più incerti che mai.
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