L'eredità di Gianni Mura: a cinque anni dalla scomparsa

Cinque anni senza Gianni Mura: il ricordo di uno stile indimenticabile
Il 21 marzo 2020 si spegneva Gianni Mura, giornalista sportivo di Repubblica, una penna inconfondibile che ha saputo raccontare lo sport, e non solo, con uno stile unico, ironico e profondamente umano. Cinque anni dopo la sua scomparsa, il suo ricordo resta vivo, non solo tra gli appassionati di ciclismo, calcio e ogni altra disciplina sportiva di cui ha saputo cogliere l'anima, ma anche tra quanti hanno apprezzato la sua capacità di osservare il mondo con occhio arguto e penna mai banale.
Mura non era solo un cronista, era un narratore. Le sue cronache sportive trascendevano i meri risultati, immergendosi nell'atmosfera delle gare, nei dettagli, nelle emozioni dei protagonisti e, soprattutto, negli aneddoti che spesso diventavano vere e proprie perle di saggezza. Ricordare Mura significa ricordare la sua capacità di mescolare la passione per lo sport con la riflessione sulla società, sulla vita, sulla condizione umana. Non a caso, i suoi articoli, spesso pubblicati su Repubblica, venivano letti con piacere anche da chi non era un appassionato di sport.
Cosa ci ha insegnato il suo modo di raccontare? Innanzitutto, l'importanza della scrittura precisa e coinvolgente, capace di trasmettere non solo le informazioni, ma anche le emozioni. Ci ha mostrato come un'analisi attenta potesse convivere con l'ironia e con la leggerezza, rendendo la lettura piacevole e mai noiosa. Ha saputo dare voce ai personaggi, presentandoli non solo come campioni, ma anche come uomini e donne con i loro difetti e le loro virtù, con le loro fragilità e le loro ambizioni.
Mura ci ha lasciato in eredità uno stile giornalistico che oggi più che mai risulta prezioso: un esempio di professionalità, di onestà intellettuale e, soprattutto, di umanità. La sua capacità di osservare il mondo con occhio critico e ironico, senza mai perdere di vista il rispetto per le persone, resta un modello a cui ispirarsi per tutti coloro che si avvicinano al giornalismo. La sua mancanza si sente ancora oggi, ma la sua eredità continua a vivere, nelle sue pagine scritte e, soprattutto, nel cuore di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e di leggerlo.
Ricordarlo significa rileggere i suoi articoli, ritrovare quel suo stile unico, quel suo sguardo capace di scoprire il bello e il commovente anche nelle situazioni più ordinarie. Cinque anni senza Gianni Mura, ma il suo insegnamento resta un prezioso lascito per il giornalismo italiano.
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