La corsa all'Artico: l'eredità di Trump.

La corsa all

Tutti contro tutti nell’Artico: la Guerra Fredda torna tra i ghiacci

Il crollo del Muro di Berlino aveva segnato una parentesi di relativa pace nella corsa al Polo Nord. Oggi, però, la regione artica è tornata al centro di una nuova, complessa, e pericolosa competizione geopolitica tra grandi potenze.

Se negli anni '90 la cooperazione internazionale sembrava prevalere, con accordi per la protezione dell'ambiente e la gestione delle risorse, l'ascesa di nuove potenze e il cambiamento climatico, con lo scioglimento dei ghiacci e l'apertura di nuove rotte marittime e risorse naturali, hanno rimescolato le carte. La corsa all'Artico è ricominciata, con Stati Uniti e Russia in prima linea, ma anche Regno Unito, Francia, Italia e Cina pronte a difendere i propri interessi.

L'amministrazione Trump, con la sua politica "America First", ha segnato una svolta decisiva, abbandonando la cooperazione internazionale e rilanciando una visione più aggressiva della proiezione di potenza negli spazi artici. Questa strategia, che ha visto un'enfasi sulla modernizzazione della flotta militare e sulla riapertura di basi militari nella regione, ha riacceso le tensioni con la Russia, determinando una corsa agli armamenti che ricorda, in qualche modo, la Guerra Fredda.

La Russia, da parte sua, ha rafforzato la propria presenza militare nell'Artico, modernizzando le proprie basi e incrementando le esercitazioni militari nella zona. Mosca, forte del suo accesso diretto alla regione tramite la sua costa artica, considera l'Artico una zona di interesse nazionale prioritario, ricca di risorse naturali ed estremamente strategica per le rotte commerciali.

Ma non sono solo Stati Uniti e Russia a contendersi il controllo dell'Artico. Anche altri Paesi, tra cui il Regno Unito, la Francia, l'Italia e la Cina, vantano interessi nella regione, sia per le risorse naturali, sia per le nuove rotte marittime. La Cina, in particolare, ha investito pesantemente nelle infrastrutture artica, cercando di affermarsi come attore chiave nella governance della regione.

La situazione è complessa e delicata. La competizione per il controllo dell'Artico non si limita alla mera acquisizione di risorse o territorio, ma investe anche la sicurezza strategica globale e la stabilità geopolitica. Il rischio di incidenti e conflitti è reale e richiede una maggiore attenzione da parte della comunità internazionale.

La sfida per il futuro è quella di trovare un equilibrio tra lo sfruttamento delle risorse e la protezione dell'ambiente, evitando una nuova "Guerra Fredda" tra i ghiacci. La cooperazione internazionale, fondamentale per garantire la stabilità e la sicurezza della regione, sembra oggi più che mai necessaria. La speranza è che la diplomazia prevalga sugli interessi egoistici delle singole nazioni, evitando un conflitto che avrebbe conseguenze disastrose per l'intero pianeta.

(30-03-2025 01:00)