Ecco un'opzione: **Borghi attacca: "Forza Italia filo-UE come von der Leyen, dimenticato il Berlusconi sovranista?"**

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Borghi (Lega) Attacca Forza Italia: "Sono il Partito di Von der Leyen! Noi Trattiamo con Trump"
Roma, [Data Odierna] - Tensione crescente nella maggioranza di governo. Il senatore della Lega, Claudio Borghi, ha lanciato un duro attacco a Forza Italia, accusandoli di essere troppo filo-europei e di appoggiare politiche che danneggiano l'interesse nazionale.
"Il segretario degli azzurri dice sì al riarmo e invoca più Ue sui dazi? Noi diciamo no alle armi e chiediamo di trattare da soli con Trump per salvare le nostre merci," ha tuonato Borghi. La dichiarazione giunge in un momento delicato, con il governo impegnato a definire la linea da seguire in Europa e a gestire le complesse relazioni commerciali internazionali.
Il senatore leghista ha poi rincarato la dose, sostenendo che Forza Italia sia ormai il partito di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea. "Forza Italia è il partito di von der Leyen, anche Berlusconi criticava l’Ue," ha affermato Borghi, evocando il ricordo del fondatore del partito azzurro e le sue storiche prese di posizione critiche nei confronti delle istituzioni europee.
L'attacco si concentra in particolare sull'apparente convergenza tra Forza Italia e le politiche europee in materia di difesa e commercio. Borghi ha espresso forte preoccupazione per la proposta di aumentare le spese militari, sostenendo che l'Italia dovrebbe concentrarsi su altre priorità.
Inoltre, il senatore leghista ha ribadito la necessità di un approccio più diretto e bilaterale nelle trattative commerciali, in particolare con gli Stati Uniti. "Dobbiamo trattare da soli con Trump per salvare le nostre merci," ha insistito Borghi, sottolineando la sua fiducia in un accordo diretto con l'amministrazione americana per tutelare gli interessi delle imprese italiane.
Resta da vedere come reagirà Forza Italia a queste accuse. La polemica sollevata da Borghi rischia di incrinare ulteriormente i rapporti all'interno della maggioranza, in un momento cruciale per il futuro del governo.
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