Vent'anni senza Wojtyla: un'eredità di umiltà.

Vent

Vent'anni senza Wojtyla: il ricordo delle sue prime parole a Roma

Un'umiltà disarmante, una frase che ha conquistato Roma: "Non so se potrei bene spiegarmi nella vostra... la nostra lingua italiana". A vent'anni dalla scomparsa di Papa Giovanni Paolo II, risuonano ancora le sue prime parole pronunciate in italiano, una lingua che non era la sua madrelingua, ma che ha imparato ad amare e a utilizzare con maestria. Quel "Non so se potrei bene spiegarmi nella vostra... la nostra lingua italiana", pronunciato con un accento dolce e un'incertezza volutamente evidente, non fu solo una dichiarazione di umiltà, ma un ponte gettato verso il popolo romano e verso tutta la Chiesa.
Fu una scelta lessicale precisa, studiata nei minimi dettagli, che contribuì in maniera decisiva a creare un legame immediato con i fedeli. L'aggiunta di "la nostra", un piccolo ma significativo dettaglio, trasformò la frase in un'affermazione di appartenenza, un gesto di inclusione che ha superato le barriere linguistiche e culturali. Non era solo un Papa che si presentava al mondo, ma un uomo che si presentava a Roma, aprendo il suo cuore e la sua anima a quella città che, per ventesei anni, sarebbe stata la sua casa.
La frase è emblematica del suo stile comunicativo: diretto, semplice, spontaneo. E la successiva aggiunta, "Se mi sbaglio, mi corrigerete", ha ulteriormente rafforzato il senso di vicinanza e di apertura al dialogo. Un invito alla correzione, un riconoscimento della propria fallibilità umana, che ha reso la sua figura ancor più accessibile e umana agli occhi del popolo.
Ricordare queste parole oggi, a vent'anni dalla sua morte, è un modo per celebrare non solo la sua figura storica, ma anche la sua straordinaria capacità di comunicare, di entrare in contatto con le persone, di costruire ponti tra culture e lingue diverse. La semplicità del suo linguaggio, la sua umiltà, la sua disponibilità al dialogo, sono valori ancora oggi estremamente attuali e necessari. Quel "Non so se potrei bene spiegarmi..." pronunciato con un'inflessione lievemente polacca, è entrato a far parte indelebilmente della storia della Chiesa e della memoria collettiva di Roma e del mondo. Un lascito prezioso, un'eredità di umiltà e di profonda umanità. Un esempio che continua a ispirare e a guidare.

(01-04-2025 16:28)