Ecco un possibile titolo alternativo: **Salvini critica von der Leyen: "La vendetta non è la strada giusta"**

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Fratture nella Maggioranza: Europa Divisa sul Risposta alle Nuove Tariffe USA
ROMA - La decisione degli Stati Uniti di imporre nuove tariffe su alcuni prodotti europei ha scatenato un terremoto politico in Italia, mettendo a nudo divisioni profonde all'interno della maggioranza di governo. Mentre alcuni esponenti spingono per una risposta coordinata a livello europeo, altri preferiscono un approccio più cautelativo e bilaterale.
Antonio Tajani e Adolfo Urso, figure di spicco del governo, hanno sottolineato la necessità di una reazione unitaria da parte dell'Unione Europea. "Solo uniti possiamo far sentire la nostra voce", ha dichiarato Tajani, aggiungendo che l'Italia sosterrà qualsiasi iniziativa volta a proteggere gli interessi delle aziende italiane. Urso ha fatto eco a queste parole, insistendo sulla necessità di un'azione concertata per evitare una guerra commerciale dannosa per tutti.
Tuttavia, questa linea non sembra incontrare l'unanimità nel resto della maggioranza. Diversi governatori regionali hanno espresso forte preoccupazione per le possibili ripercussioni economiche delle tariffe americane. Massimiliano Fedriga, Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, ha invocato "un'immediata negoziazione" con Washington per scongiurare danni irreparabili. Anche Luca Zaia, Governatore del Veneto, ha lanciato l'allarme, definendo la situazione "un potenziale cigno nero" per l'economia veneta, particolarmente dipendente dall'export.
A creare ulteriore tensione è intervenuto Matteo Salvini, che ha criticato apertamente la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. "È sbagliato volersi vendicare", ha affermato Salvini, suggerendo un approccio più pragmatico e volto alla ricerca di un accordo con gli Stati Uniti. Questa posizione, in netto contrasto con quella di Tajani e Urso, evidenzia le profonde spaccature interne alla maggioranza e solleva interrogativi sulla capacità del governo di affrontare la crisi in modo coeso e efficace. Il rischio è che queste divisioni indeboliscano la posizione dell'Italia nel negoziato con gli Stati Uniti e compromettano la capacità di proteggere gli interessi delle imprese italiane.
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