Una madre di Sumy racconta la strage

Sumy, il miracolo di Tatiana: la mamma che stringe la figlia scampata al missile
Sumy, Ucraina. Un video straziante, poi diventato simbolo di speranza e resistenza, ha fatto il giro del mondo: Tatiana Pogorelova, stretta a sua figlia, in mezzo alle macerie e al fumo di un autobus colpito da un missile russo. Ieri, la città di Sumy è stata nuovamente teatro di un attacco, ma per Tatiana e la sua bambina la tragedia si è trasformata in un miracolo. Sono sopravvissute.
Ho incontrato Tatiana, un'immagine ancora segnata dallo shock ma con negli occhi una forza incredibile. La sua storia è una testimonianza agghiacciante della ferocia della guerra, ma anche un potente messaggio di amore e resilienza. "Stavamo viaggiando sull'autobus", mi racconta con voce bassa, "poi un boato assordante. Tutto si è mosso, un'onda di polvere e detriti".
Le sue parole sono spezzate dal ricordo, ma la sua presa sulla mano della figlia, immortalata nel video che ha commosso milioni di persone, è un'immagine che non si cancella dalla mente. "Ho protetto mia figlia con tutto il mio corpo", dice con gli occhi lucidi. "Ho pregato, ho sperato che tutto finisse presto. Non riuscivo a pensare a nient'altro che a lei".
La forza di Tatiana è commovente. Nonostante il trauma, si concentra sulla necessità di ricostruire la propria vita e quella di sua figlia, lontane dall'orrore che le ha colpite. "Dobbiamo andare avanti", afferma con determinazione. "Per noi, ma anche per tutti quelli che hanno perso tutto in questa guerra. Non possiamo permettere che la violenza ci vinca".
L'intervista con Tatiana è stata un'esperienza profondamente toccante. La sua storia è un monito, un appello alla pace e un omaggio alla straordinaria capacità di resistenza del popolo ucraino di fronte all'aggressione russa. La sua immagine, abbracciare la figlia in mezzo alle rovine, è ormai un'icona di speranza in un conflitto che sembra non voler finire.
Per ulteriori informazioni sulla situazione umanitaria a Sumy e sulle iniziative di aiuto, è possibile consultare il sito dell'UNHCR e Medici Senza Frontiere.
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