"Allarme sicurezza: alcune nazioni nel mirino"

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EuroMed Rights: Paesi con gravi violazioni dei diritti umani inclusi in liste "sicure", scoppia la polemica
L'Osservatorio EuroMed Rights lancia l'allarme: l'inclusione di Paesi con un precedente record di violazioni dei diritti umani in liste considerate "sicure" sta suscitando forti preoccupazioni e accese reazioni nel mondo politico e tra le organizzazioni per i diritti umani. L'allarme è stato lanciato nelle scorse settimane e continua a generare dibattito.
L'europarlamentare del Partito Democratico, Cecilia Strada, ha espresso la sua netta contrarietà, sottolineando come "Certi Paesi non sono affatto sicuri e rischiano di compromettere la credibilità delle politiche europee in materia di diritti umani." La Strada ha più volte rimarcato l'incongruenza tra le dichiarazioni di principio dell'Unione Europea e le pratiche concrete.
Sulla stessa linea d'onda si è schierato Riccardo Magi di +Europa, che ha definito la situazione "inaccettabile", evidenziando il rischio di "legittimare regimi che sistematicamente violano i diritti fondamentali." Magi ha sollecitato un intervento urgente da parte delle istituzioni europee per rivedere i criteri di valutazione e garantire una maggiore trasparenza nel processo decisionale.
Le critiche si concentrano in particolare sulla mancanza di chiarezza nei parametri utilizzati per definire la "sicurezza" di un Paese, spesso legati a dinamiche geopolitiche ed economiche più che al rispetto dei diritti umani. L'Osservatorio EuroMed Rights ha chiesto a gran voce un'analisi più approfondita e indipendente, al fine di evitare che la sicurezza diventi un pretesto per ignorare violazioni gravi e sistematiche.
La questione rimane aperta e il dibattito è destinato a intensificarsi nelle prossime settimane, con l'auspicio di una maggiore consapevolezza e responsabilità da parte delle istituzioni europee.
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