"Mafiosi allo scoperto: la scomunica di Francesco contro il male."

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"Il Furore di Francesco": La scomunica papale contro la 'Ndrangheta risuona ancora in Calabria
22 Giugno 2024, Sibari (CS) - Dieci anni fa, in una torrida giornata calabrese, Papa Francesco pronunciò parole che scossero le fondamenta della 'Ndrangheta. Era il 21 giugno 2014, e davanti a una folla immensa a Cassano all'Ionio, non lontano da qui, tuonò: "L'adorazione del male e il vostro disprezzo del bene comune vi scomunicano." Un anatema potente, diretto, che rompeva un silenzio spesso complice e omertoso.
Oggi, a un decennio di distanza, quelle parole continuano a echeggiare in Calabria, un monito costante e un punto di riferimento per chi lotta contro la criminalità organizzata.
Ricordiamo come Francesco non si limitò a una condanna generica. Parlò di "sangue versato", di "disprezzo della vita", di "potere e denaro sporco". Un atto di accusa preciso e inequivocabile che segnò una svolta nel rapporto tra la Chiesa e la mafia.
Ma cosa è cambiato davvero da allora? L'onda emotiva suscitata dalle parole del Papa ha certamente contribuito a risvegliare le coscienze e a incoraggiare la denuncia. Tuttavia, la 'Ndrangheta resta una presenza pervasiva, radicata nel tessuto sociale ed economico della regione.
La sua capacità di infiltrazione nel mondo politico e imprenditoriale è ancora una sfida enorme.
Molti sottolineano come l'impegno delle istituzioni e della società civile debba essere continuo e concreto, per contrastare efficacemente la criminalità organizzata e per dare speranza a una terra martoriata.
La scomunica di Francesco rimane un simbolo, un faro nella lotta per la legalità e la giustizia. Un promemoria che, come ha affermato più volte il Vaticano, l'adorazione del male porta solo alla distruzione e alla dannazione.
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