Cercas avverte: "La politica, non la provvidenza, ha le risposte".

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Le speranze per la pace, il futuro della Chiesa e dell’Europa: la visione di Javier Cercas dopo la Mongolia
"È la politica che deve trovare soluzioni, non l'attesa di miracoli". Parole forti, quelle dello scrittore Javier Cercas, reduce dal viaggio in Mongolia al fianco di Papa Francesco. Un'esperienza che, a suo dire, ha rafforzato la sua convinzione che la Chiesa, pur con il suo inestimabile ruolo spirituale, non possa sostituirsi alla necessità di un'azione politica concreta e determinata per affrontare le sfide del nostro tempo.BRCercas, noto per la sua profonda analisi della società contemporanea e delle sue contraddizioni, ha espresso le sue riflessioni in un recente intervento pubblico. BRIl suo sguardo, come sempre, è lucido e realista: la speranza per la pace, il futuro della Chiesa e la stessa tenuta dell'Europa dipendono, in ultima analisi, dalla capacità dei leader politici di trovare soluzioni pragmatiche e condivise.BRL'eco del viaggio in Mongolia, un viaggio che lo stesso Cercas definisce "un'esperienza umana e spirituale profondamente significativa", risuona nelle sue parole. Un viaggio che ha evidenziato, ancora una volta, la centralità del dialogo e dell'incontro tra culture diverse, ma anche la necessità di tradurre questi valori in azioni concrete.BRLo scrittore non nega l'importanza del ruolo della Chiesa come guida morale e spirituale, ma sottolinea con forza che la responsabilità di costruire un futuro di pace e prosperità per l'Europa e per il mondo intero ricade principalmente sulla politica. Una politica che deve essere capace di superare gli interessi di parte e di guardare al bene comune, con coraggio e lungimiranza.BRCercas ha ribadito più volte che: È il tempo di agire, di prendere decisioni coraggiose, di abbandonare le retoriche vuote e di concentrarsi su soluzioni concrete. Non possiamo permetterci di aspettare un miracolo
.BRUna visione, quella di Javier Cercas, che invita alla riflessione e all'azione, in un momento storico particolarmente delicato e complesso. Un monito a non delegare la responsabilità del futuro a forze esterne, ma a riappropriarsi del proprio destino, con consapevolezza e determinazione. Un invito, in definitiva, a non smettere di sperare, ma a trasformare la speranza in azione.
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