Decimo di lavoratori italiani in povertà (Eurostat)

Più del doppio della Germania: Eurostat certifica la povertà lavorativa in Italia
L'Italia si conferma fanalino di coda in Europa per la povertà lavorativa. Secondo i dati diffusi da Eurostat, nel 2022 la percentuale di lavoratori a rischio di povertà o esclusione sociale nel nostro Paese ha raggiunto il 10,2%, più del doppio rispetto alla media tedesca (4,7%). Un dato allarmante che evidenzia una profonda disuguaglianza e una fragilità del tessuto socio-economico nazionale.
La notizia, pubblicata sul sito ufficiale di Eurostat, conferma un trend preoccupante che si trascina da anni. La povertà lavorativa, definita come la condizione di chi lavora ma non riesce a raggiungere una soglia di reddito adeguata per vivere dignitosamente, colpisce milioni di italiani. Questo significa famiglie che faticano ad arrivare a fine mese, nonostante l'impegno lavorativo dei propri componenti. Si tratta di un problema complesso, con radici profonde nel mercato del lavoro italiano, caratterizzato da una forte presenza di contratti precari, salari bassi e una diffusa sotto-occupazione.
Il divario con la Germania, in particolare, mette in luce le differenze significative tra i modelli di welfare dei due Paesi. La Germania, infatti, vanta un sistema di protezione sociale più robusto e articolato, che riesce a mitigare gli effetti della precarietà lavorativa in modo più efficace. Questo dato impone una riflessione profonda sul nostro sistema di welfare e sulle politiche economiche adottate negli ultimi anni.
Quali le possibili soluzioni? È necessario un impegno concreto da parte del Governo per contrastare questo fenomeno. Serve una riforma strutturale del mercato del lavoro che promuova contratti stabili e salari dignitosi, insieme a un potenziamento delle politiche di sostegno al reddito e alla lotta alla povertà. Investimenti nell'istruzione e nella formazione professionale sono fondamentali per aumentare la competitività dei lavoratori italiani e ridurre il rischio di precarietà. Inoltre, è necessario un maggiore controllo sull'evasione fiscale, che sottrae risorse necessarie per finanziare le politiche sociali.
La sfida è ardua, ma la gravità della situazione impone un'azione immediata e decisa. Ignorare questo dato significherebbe condannare milioni di italiani a una vita di precarietà e disagio. È necessario un cambio di passo, un impegno comune per costruire un futuro più giusto e inclusivo per tutti.
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