Trattative sul nucleare: Oman, Iran e Stati Uniti a un tavolo, Natanz incombe.

Witkoff e Aragchi a Muscat: Terza Tornata di Colloqui sul Nucleare Iraniano
Muscat, Oman - Si è aperta oggi a Muscat la terza tornata di colloqui indiretti tra Stati Uniti e Iran sul programma nucleare di Teheran. A guidare la delegazione statunitense è il rappresentante speciale per l'Iran, Robert Malley, mentre per l'Iran è presente il vice ministro degli Esteri, Abbas Araghchi. Di particolare rilevanza la presenza di un esperto negoziatore americano, Rob Witkoff, che ha partecipato a precedenti incontri cruciali. L'Oman, tradizionalmente un mediatore chiave nelle tensioni tra Teheran e Washington, ospita nuovamente le delicate trattative.
L'ombra dei tunnel di Natanz pesa inevitabilmente sui colloqui. Le recenti rivelazioni sulle attività segrete di arricchimento dell'uranio da parte dell'Iran, comprese quelle condotte nei tunnel sotterranei di Natanz, hanno aumentato le preoccupazioni internazionali sulla reale portata del programma nucleare iraniano e sulla sua possibile finalità militare. Gli Stati Uniti hanno reiterato la necessità di una verifica rigorosa e trasparente delle attività iraniane, mentre Teheran continua a sostenere che il suo programma è esclusivamente a fini pacifici.
Le sfide sul tavolo sono molteplici: la riattivazione del JCPOA (Joint Comprehensive Plan of Action), l'accordo nucleare del 2015 abbandonato dall'amministrazione Trump, appare ancora un obiettivo lontano. Le divergenze su tempi e modalità di un eventuale ritorno all'accordo sono profonde. Gli Stati Uniti chiedono un'immediata sospensione delle attività di arricchimento di uranio avanzato, mentre l'Iran chiede la revoca completa delle sanzioni americane. La questione dei prigionieri statunitensi detenuti in Iran rappresenta un ulteriore elemento di complicazione, che potrebbe condizionare l'andamento dei negoziati.
L'esito dei colloqui rimane incerto. Le precedenti tornate hanno mostrato una certa flessibilità da entrambe le parti, ma anche la persistenza di profonde divergenze. L'atmosfera appare tesa, ma la stessa presenza di Witkoff, un negoziatore noto per la sua competenza e la sua capacità di mediazione, lascia intravedere un barlume di ottimismo, seppur cauto. Gli osservatori internazionali seguiranno con attenzione l'evolversi della situazione, consapevoli della delicatezza e dell'importanza strategica di questi colloqui per la stabilità regionale e globale.
La presenza di Oman come mediatore sottolinea l'importanza della diplomazia discreta e del ruolo che i paesi della regione possono svolgere nella de-escalation delle tensioni. La speranza è che questa terza tornata di colloqui possa finalmente sbloccare la situazione e aprire la strada a una soluzione diplomatica duratura alla crisi nucleare iraniana.
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