Decima parte dei lavoratori italiani in povertà, secondo Eurostat

Più del doppio della Germania: Eurostat certifica il 10,2% di lavoratori italiani in povertà
Una fotografia impietosa della situazione socio-economica italiana emerge dai dati diffusi da Eurostat. Il 10,2% dei lavoratori italiani nel 2023 versa in condizione di povertà, più del doppio rispetto alla media tedesca che si attesta intorno al 4%. Un dato allarmante che evidenzia una profonda disuguaglianza e solleva interrogativi sulla reale efficacia delle politiche sociali del nostro Paese.
Secondo l'ufficio statistico europeo, la povertà lavorativa in Italia è un fenomeno complesso e radicato, con implicazioni significative sulla stabilità sociale ed economica. La percentuale, superiore di gran lunga alla media europea, sottolinea l'urgenza di interventi strutturali mirati a contrastare il divario crescente tra ricchezza e povertà.
La questione è particolarmente preoccupante considerando il contesto economico attuale, caratterizzato da un'inflazione elevata e un aumento dei costi dell'energia che colpiscono in modo sproporzionato le famiglie a basso reddito. Molti lavoratori, pur essendo occupati, non riescono a raggiungere un livello di reddito sufficiente a garantire un tenore di vita dignitoso, trovandosi costretti a vivere in una condizione di precarietà economica.
Le cause di questo fenomeno sono molteplici e intrecciate: dalla frammentazione del mercato del lavoro, con un'alta percentuale di contratti a tempo determinato e precari, alla scarsa capacità di spesa delle famiglie, passando per una rete di protezione sociale ancora insufficiente a garantire un adeguato sostegno a chi si trova in difficoltà.
L'analisi di Eurostat rappresenta un campanello d'allarme per il governo italiano, che è chiamato a mettere in campo politiche economiche e sociali efficaci per contrastare la povertà lavorativa. Interventi che devono puntare non solo ad aumentare il reddito delle famiglie, ma anche a migliorare la qualità del lavoro, garantendo maggiore stabilità e dignità a chi svolge un'attività lavorativa.
È necessario, pertanto, un'azione concertata tra istituzioni, imprese e sindacati per affrontare questo problema strutturale, promuovendo politiche attive del lavoro, investendo in formazione e riqualificazione professionale e rafforzando il sistema di protezione sociale. Solo così sarà possibile ridurre il divario esistente e garantire un futuro migliore ai lavoratori italiani.
Per approfondire i dati di Eurostat, è possibile consultare il sito ufficiale dell'ente: https://ec.europa.eu/eurostat/data/database
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