Messina Denaro: arrestato avvocato massone, nome nel pizzino del boss

Messina, 78 anni e domiciliari: il finanziatore del clan secondo la Procura
Antonio Messina, 78 anni, è agli arresti domiciliari. L'accusa? Finanziare il clan mafioso. L'operazione, condotta dalla Procura di Palermo e dai Carabinieri del Ros, ha svelato un inquietante intreccio di denaro e potere all'interno della cosca. Secondo gli inquirenti, Messina avrebbe fornito ingenti somme di denaro per sostenere le attività criminali del gruppo mafioso.
Un'ombra si allunga anche sulla figura di Laura Bonafede, amante di un boss mafioso, il cui nome non viene reso noto per tutelare le indagini in corso. Le dichiarazioni rese da Bonafede durante le indagini avrebbero dipinto un quadro spietato di Messina, descrivendolo come un uomo da condannare ad una punizione esemplare. Il suo rancore, le motivazioni, e la natura stessa della sua relazione con il boss restano al momento elementi da approfondire nelle fasi successive dell'inchiesta.
L'indagine, complessa e articolata, ha portato alla luce anche il ruolo di un avvocato massone, arrestato in relazione alla latitanza di Matteo Messina Denaro. Nei pizzini del boss, sequestrati nel corso delle indagini, sarebbe emerso il nome di Giovanni Solimano, indicandolo come una figura chiave nel garantire il supporto logistico e finanziario al latitante. L'arresto dell'avvocato rappresenta un tassello fondamentale per smantellare la rete di protezione che ha consentito a Messina Denaro di sfuggire alla giustizia per così tanti anni. La sua appartenenza alla massoneria apre scenari investigativi inediti, sulle potenziali complicità e infiltrazioni mafiose all'interno di ambienti istituzionali.
Le indagini proseguono a ritmo serrato. La Procura di Palermo sta ricostruendo con precisione gli intrecci finanziari che hanno consentito al clan di operare nel territorio per decenni. L'arresto di Messina e l'individuazione di Solimano nei pizzini di Messina Denaro rappresentano un duro colpo alla criminalità organizzata, ma la lotta alla mafia continua, e si preannunciano ulteriori sviluppi nelle prossime settimane.
Le indagini si concentrano ora sull'accertamento dei flussi finanziari e sull'identificazione di eventuali altri complici. La collaborazione di Laura Bonafede, seppur motivata da un risentimento personale, si rivela preziosa per l'accertamento della verità.
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