Onore a Ramelli: il corteo

Insulti e Saluto Romano al Corteo per Ramelli: "Bella Ciao" Strumentalizzata
Un'ombra di violenza e di intolleranza si è abbattuta sul corteo in sostegno di Alberto Ramelli, macchiato da insulti e dalla comparsa del saluto romano.La manifestazione, tenutasi a Milano, aveva come obiettivo la solidarietà nei confronti dell'attivista ferito durante gli scontri avvenuti in precedenza. Quello che avrebbe dovuto essere un momento di pacifico dissenso, si è trasformato in un episodio preoccupante, segnato da gesti e parole inaccettabili. Tra i cori di sostegno a Ramelli, si sono infatti levate urla offensive e insulti, alcuni dei quali indirizzati a chi non condivideva le loro posizioni.
Particolarmente grave la comparsa del saluto romano, gesto inequivocabilmente fascista, che ha suscitato sdegno e indignazione in molti partecipanti e testimoni. Questo atto, un simbolo di un passato oscuro e di violenza inaccettabile, ha gettato un'ombra pesante sulla manifestazione, intaccando il messaggio di solidarietà che si voleva trasmettere.
L'utilizzo strumentale di canzoni come "Bella Ciao", storicamente simbolo di resistenza antifascista, per accompagnare questi episodi, risulta particolarmente oltraggioso e contraddittorio. La canzone, carica di significati storici e di lotta contro l'oppressione, è stata impiegata in un contesto che ne snatura completamente il valore, diventando la colonna sonora di un evento che celebra proprio ciò contro cui la canzone stessa si pone.
Questo episodio solleva interrogativi importanti sulla gestione degli eventi pubblici e sulla necessità di contrastare con fermezza ogni forma di violenza e di intolleranza. È fondamentale garantire il diritto alla manifestazione pacifica, ma altrettanto importante è impedire che simili eventi vengano sfruttati per veicolare messaggi di odio e di violenza, come avvenuto con l'utilizzo strumentale del saluto romano e la profanazione di un simbolo di resistenza come "Bella Ciao".
Le autorità competenti sono chiamate a indagare a fondo sull'accaduto, identificando i responsabili dei gesti e delle parole offensive e applicando le sanzioni previste dalla legge. È necessario inoltre promuovere una riflessione collettiva sulla necessità di un contrasto deciso a ogni forma di estremismo e di intolleranza, per preservare la democrazia e la convivenza civile. La libertà di espressione non può e non deve essere mai un alibi per la diffusione di odio e violenza.
La gravità di quanto accaduto non può essere sottovalutata. Serve una risposta forte e un impegno concreto per evitare il ripetersi di simili episodi.
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