Elezioni australiane: l'ombra di Trump e l'ascesa dei populisti

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Australia al voto: il ribaltone di Albanese, l'effetto Trump e la sfida di Dutton

Fino a febbraio, i sondaggi davano per sconfitto il Primo Ministro laburista Anthony Albanese. L'impatto dei dazi imposti dall'amministrazione Biden sembrava aver compromesso la sua popolarità, gettando un'ombra sulla sua rielezione. Tre mesi dopo, la situazione è radicalmente cambiata. Ora Albanese è il favorito per la vittoria nelle elezioni di domani, contro il leader liberale Peter Dutton. Un ribaltone clamoroso, che molti analisti attribuiscono a un effetto simile a quello visto in altre nazioni, come il Canada, dove l'onda anti-sovranista sembra aver giocato un ruolo cruciale.

La narrazione che aveva dominato le prime fasi della campagna elettorale era incentrata sulle difficoltà economiche causate dalle politiche commerciali statunitensi. I dazi, infatti, avevano colpito duramente alcuni settori chiave dell'economia australiana, alimentando preoccupazioni tra gli elettori. Dutton, leader del Partito Liberale, aveva puntato il dito contro l'incapacità del governo laburista di mitigare questi effetti negativi, sfruttando il malcontento crescente.

Ma qualcosa è cambiato. L'effetto Trump, se così possiamo definirlo, sembra aver contribuito a ribaltare le sorti della competizione elettorale. Una crescente insofferenza verso politiche protezionistiche e nazionaliste, unita a una ritrovata fiducia nella capacità di Albanese di gestire la complessa situazione internazionale, ha portato a un'inversione di tendenza nei sondaggi. L'attenzione si è spostata da questioni economiche specifiche a temi più ampi, come la gestione della stabilità governativa e l'approccio alle relazioni internazionali.

La campagna finale si è concentrata su questi temi cruciali. Albanese ha enfatizzato la sua esperienza e la capacità del suo governo di garantire stabilità e crescita economica a lungo termine. Dutton, dal canto suo, ha continuato a criticare la gestione del governo laburista, ma con minore incisività rispetto alle fasi iniziali della campagna. Il dibattito televisivo di ieri sera, ad esempio, ha visto Albanese più sicuro e assertivo, mentre Dutton ha mostrato alcuni segni di difficoltà nel contrastare l'immagine di un leader capace e deciso presentata dal Primo Ministro in carica.

Domani l'Australia andrà alle urne per decidere il proprio futuro. L'esito del voto sarà di fondamentale importanza non solo per il paese, ma anche per osservare la portata e l'influenza dei fenomeni globali, come la reazione avversa alle politiche protezionistiche, sulla politica nazionale. L'effetto Trump, o meglio, la reazione ad esso, potrebbe essere un elemento chiave per decifrare i risultati elettorali australiani.

Il futuro politico dell'Australia è quindi appeso a un filo, con Albanese favorito ma con Dutton ancora in lizza. Un'elezione che si preannuncia davvero serrata e carica di significati internazionali.

(02-05-2025 09:21)