"Morte sul lavoro: il dolore di una madre ha un prezzo?"

La Piazza si Stringe a Monica Michielin: "Nessun Assegno Ripagherà Mio Figlio"
BOLOGNA - "Un assegno se uscivo dal processo. Ma può una mamma quantificare la vita del figlio ucciso sul lavoro?" La voce rotta dall'emozione di Monica Michielin ha squarciato il silenzio della piazza del Primo Maggio a Bologna. Salita sul palco, con la dignità straziante di chi ha perso un figlio, ha raccontato la storia di Marco, 23 anni, spezzato dalla negligenza, dalla superficialità, dalla fretta di un sistema che troppo spesso antepone il profitto alla sicurezza.BRLa sua testimonianza, cruda e senza filtri, ha fatto tremare le coscienze. Marco, come tanti giovani, cercava di costruirsi un futuro con il lavoro. Ma il suo futuro è stato brutalmente interrotto sotto il peso del carico di una gru. Un incidente che, secondo Monica, si sarebbe potuto evitare.BR"Mi hanno offerto dei soldi per ritirare la denuncia", ha rivelato Monica, con gli occhi lucidi. "Mi hanno detto che avrei potuto avere un assegno, una somma di denaro. Ma come si fa a mettere un prezzo alla vita di mio figlio?" La sua domanda, dolorosa e retorica, ha risuonato come un pugno nello stomaco.BRMonica Michielin non cerca vendetta, ma giustizia. Vuole che la morte di Marco non sia vana, che serva da monito per un cambiamento radicale nel mondo del lavoro. "Non voglio che altre madri provino il mio stesso dolore", ha detto. "Voglio che i giovani possano andare a lavorare sicuri di tornare a casa la sera".BRLa sua battaglia, sostenuta da associazioni e sindacati, è diventata la battaglia di tutti coloro che credono in un lavoro sicuro, dignitoso e rispettoso della vita umana. Il Primo Maggio di Bologna è stato un grido d'allarme, un appello a non dimenticare Marco e tutte le altre vittime del lavoro. Un appello a costruire un futuro dove la sicurezza non sia un optional, ma un diritto inviolabile.BRMaggiori informazioni sulla sicurezza sul lavoro sono disponibili sul sito dell'INAIL.(