Referendum: libertà di voto, raccogliamo le firme

Dopo il Concertone, la petizione per "rompere il silenzio" sulla censura dei referendum prende piede
A poco più di un mese dalle elezioni europee, l'eco degli appelli lanciati durante il Concertone del Primo Maggio continua a risuonare, amplificandosi in una crescente mobilitazione civica che, tuttavia, sembra ancora rimanere ai margini del dibattito pubblico nazionale. L'iniziativa, che chiede la fine della presunta censura sui referendum, sta infatti raccogliendo consensi in tutta Italia, con la diffusione di una petizione indirizzata al Consiglio di Amministrazione della Rai.
La petizione, dal titolo "Basta censura sui referendum, rompiamo il silenzio", denuncia una mancanza di informazione sui referendum in corso da parte dei principali organi di informazione nazionali. Secondo i promotori, questo silenzio mediatico impedisce ai cittadini di essere adeguatamente informati e di esercitare consapevolmente il proprio diritto di voto. L'obiettivo è quello di pressare la Rai, servizio pubblico, affinché garantisca una copertura completa ed imparziale delle consultazioni referendarie, offrendo spazio a tutti i punti di vista e favorendo un dibattito pubblico informato.
La raccolta firme, partita subito dopo l'evento del Primo Maggio, sta registrando un incremento significativo di adesioni. I promotori si dicono determinati a raggiungere un numero di firme consistente, per sottolineare l'importanza della questione e per ottenere una risposta concreta dal CdA della Rai. Sui social media, l'hashtag #BastaCensuraReferendum sta diffondendo la notizia e invitando alla partecipazione alla petizione. È possibile sottoscrivere la petizione online tramite il sito https://www.change.org (inserire qui il link alla petizione reale, una volta disponibile).
L'iniziativa mette in luce un problema significativo, quello del potenziale sbilanciamento informativo che può influenzare la partecipazione ai processi democratici. La crescita della petizione dimostra una sensibilità crescente della società civile nei confronti della trasparenza e della corretta informazione. Rimane da vedere quale sarà la risposta della Rai e se le istituzioni sapranno prendere sul serio queste preoccupazioni per garantire un vero dibattito pubblico sui temi di interesse nazionale.
La mobilitazione nata dopo il Concertone del Primo Maggio rappresenta un segnale importante, che chiede un'attenta riflessione sulle modalità di informazione e di partecipazione alla vita democratica del Paese.
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