I Bronzi di Riace: un doppio furto, romano e mafioso.

I Bronzi di Riace: un doppio furto, romano e mafioso.

L'ombra della mafia sui Bronzi di Riace: un testimone riapre il caso

Un'incredibile testimonianza sta scuotendo le fondamenta della storia dei Bronzi di Riace. Un uomo, che preferisce rimanere anonimo per motivi di sicurezza, ha recentemente rilasciato dichiarazioni alla Procura di Siracusa, ricostruendo un capitolo oscuro e finora sconosciuto della vicenda. Secondo il suo racconto, le celebri statue greche non sarebbero state ritrovate casualmente nel 1971, ma sarebbero state oggetto di un traffico illecito gestito dalla criminalità organizzata.

“Le statue erano sette,” ha affermato il testimone, descrivendo un ritrovamento avvenuto nelle acque siciliane. Non due, come la storia ufficiale narra, ma ben sette bronzi, sottratti al mare e poi trasferiti in Calabria per essere venduti. Una parte del bottino, secondo il racconto, sarebbe finita nelle mani della mafia, che avrebbe gestito la delicata operazione di occultamento e successivo smercio.

Questo nuovo tassello aggiunge un ulteriore livello di complessità alla già intricata vicenda dei Bronzi. La storia ufficiale, infatti, parla di un ritrovamento fortuito da parte di un subacqueo. Ora, però, la testimonianza apre uno scenario ben più inquietante, in cui il traffico di beni archeologici si intreccia con le attività criminali della mafia. Si ipotizza un doppio furto: un primo saccheggio avvenuto in epoca romana, seguito da un secondo, perpetrato dalla criminalità organizzata nel XX secolo.

La Procura di Siracusa sta ora indagando per verificare l'attendibilità delle dichiarazioni del testimone. Se le accuse saranno confermate, si aprirà una nuova pagina nella storia dei Bronzi di Riace, una pagina che getta un'ombra cupa sulla scoperta di uno dei patrimoni archeologici più importanti d'Italia. L'indagine si concentrerà sulla ricostruzione della rete criminale che potrebbe aver gestito il traffico delle statue, sulla possibile individuazione di altri reperti e sulla definitiva ricostruzione della loro storia, un viaggio che dalle acque della Sicilia arriva fino alle sale del Museo di Reggio Calabria, passando attraverso un oscuro capitolo di storia criminale.

L'importanza di questa testimonianza è innegabile. Se confermata, ridisegnerà completamente la nostra comprensione di uno dei ritrovamenti archeologici più importanti del secolo scorso, aprendo nuovi scenari investigativi e sollevando interrogativi sul ruolo della criminalità organizzata nel saccheggio del patrimonio culturale italiano. Le indagini, condotte con la massima discrezione, potrebbero portare alla luce nuove verità e far luce su un passato ancora avvolto dal mistero.

(06-05-2025 17:26)