Gap pensionistico: le donne penalizzate, dati Istat

L'età media di pensionamento in Italia: un divario di genere preoccupante
Secondo i dati più recenti dell'Istat, l'età media di pensionamento in Italia si attesta sui 60,9 anni. Un dato che, seppur possa sembrare relativamente basso in confronto ad altri Paesi europei, nasconde una realtà complessa e preoccupante: un forte divario di genere che evidenzia le profonde disuguaglianze presenti nel nostro sistema previdenziale.
La fotografia scattata dall'Istituto Nazionale di Statistica dipinge un quadro decisamente sfumato. Mentre l'età media complessiva si avvicina ai 61 anni, la realtà per uomini e donne è nettamente differente. Le donne, infatti, vanno in pensione mediamente prima degli uomini, contribuendo ad accrescere il già consistente divario esistente nella loro carriera lavorativa e nel trattamento pensionistico.
Questo dato allarmante sottolinea la necessità di interventi strutturali volti a ridurre le disparità. Si tratta di un problema complesso, con radici profonde nella storia socio-economica del nostro Paese, che necessita di un'analisi approfondita e di soluzioni concrete.
Quali sono le cause principali di questo divario? Le ragioni sono molteplici e intrecciate: una maggiore incidenza di lavori part-time e discontinui tra le donne, la maggiore difficoltà nell'accesso a posizioni lavorative di livello superiore, la maggiore responsabilità nella gestione della famiglia e dei figli, che spesso impatta sulla continuità della carriera professionale. Tutti questi fattori contribuiscono a creare un percorso lavorativo meno lineare e continuo per le donne, con conseguenti ripercussioni sulla pensione.
La questione non si limita solo all'aspetto economico, ma investe anche la dignità e l'autonomia delle donne nella fase della terza età. Una pensione più bassa significa una minore capacità di affrontare le spese e una maggiore dipendenza da familiari o da aiuti sociali.
È quindi necessario che il Governo e le istituzioni preposte intervengano con politiche mirate a contrastare questo divario, promuovendo l'uguaglianza di genere nel mondo del lavoro e nel sistema pensionistico. Questo potrebbe significare, ad esempio, l'introduzione di misure a sostegno della conciliazione vita-lavoro, la promozione di percorsi di formazione e aggiornamento professionale per le donne, e una riforma del sistema pensionistico che tenga conto delle specificità del percorso lavorativo femminile.
La strada da percorrere è ancora lunga, ma affrontare la questione del divario di genere nella previdenza è fondamentale per garantire un futuro più equo e giusto per tutte le donne italiane. Il dato Istat suona come un campanello d'allarme: è necessario agire, e farlo con urgenza.
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