Siria: un sorriso fragile tra le rovine.

Siria: un sorriso fragile tra le rovine.

Lo scrittore è tornato: Siria, un sorriso fragile tra le macerie

Damasco, ottobre 2023. Un ritorno denso di emozioni contrastanti quello di Khaled, famoso scrittore siriano, nel suo paese d'origine dopo anni di esilio forzato a causa del regime di Assad. La sua ultima opera, "Ceneri di Damasco", un potente racconto della guerra civile e della repressione, lo ha reso un simbolo della resistenza culturale siriana. La sua presenza a Damasco, in occasione di una piccola, discreta presentazione del libro tradotto in arabo, è stata accolta con un misto di speranza e timore.

Le immagini della festa di presentazione, pubblicate sui social media, mostrano un Khaled sorridente, circondato da un piccolo gruppo di lettori e intellettuali. Ma dietro i sorrisi, un velo di inquietudine sembra permeare l'atmosfera. La guerra è finita, o almeno così si dice, ma le cicatrici restano profonde, incise nel tessuto sociale del paese. Le macerie di edifici distrutti si ergono come monumenti a un passato doloroso, un costante ricordo di anni di violenza.

La sete di vendetta, un sentimento palpabile tra molti siriani, aleggia nell'aria. Molti hanno perso tutto: case, cari, futuro. La transizione verso una democrazia stabile e giusta appare ancora un percorso lungo e incerto, disseminato di ostacoli e sfide. La presenza di Khaled, simbolo di libertà di espressione e di un passato oppresso, riesce a riaccendere la fiamma della speranza, ma è evidente che la sua ritorno non è esente da rischi. La sua opera, che ha denunciato le atrocità del regime, non è certo stata dimenticata.

"Non posso negare la paura", ha confessato Khaled in un'intervista rilasciata ad una testata internazionale, "ma credo che sia nostro dovere, come scrittori, come cittadini, affrontare la verità, anche se dolorosa. La Siria ha bisogno di verità, di giustizia, di ricostruzione, non solo di edifici, ma di anime."

La sua presenza a Damasco, dunque, è un atto di coraggio, un messaggio di speranza ma anche un monito. Un monito che ricorda come la ricostruzione di una nazione non passi solo attraverso la riparazione delle infrastrutture, ma attraverso la lenta e faticosa guarigione delle ferite del passato. Un processo che richiede tempo, pazienza, e soprattutto, una ferma volontà di affrontare le verità scomode, di confrontarsi con la propria storia, anche la più buia, per costruire un futuro migliore. Un futuro, forse, finalmente libero da Assad, ma che deve ancora liberarsi dal peso del rancore.

Per approfondire la situazione in Siria, si consiglia la lettura di articoli e report pubblicati da organizzazioni internazionali come Human Rights Watch e Amnesty International.

(10-05-2025 01:00)