Ucraina: Mosca frena sulla tregua, ma apre a valutazioni

Ucraina: Mosca frena sulla tregua, ma apre a valutazioni

Tregua in Ucraina? Ipotesi 30 giorni al vaglio

Kiev, Parigi, Roma, Londra, Varsavia – Un vertice a sorpresa a Kiev, con la partecipazione di Emmanuel Macron, Olaf Scholz, Rishi Sunak, Donald Tusk e Volodymyr Zelensky, ha lanciato un appello pressante a Mosca per una tregua di 30 giorni nel conflitto in Ucraina. L'iniziativa, a cui Giorgia Meloni ha partecipato da remoto, ha visto i leader europei riuniti per un incontro definito dai media internazionali “dei Volenterosi”, con l'obiettivo di spingere la Russia ad accettare una sospensione delle ostilità. Il messaggio è chiaro: "O la Russia accetta la tregua di 30 giorni, o saranno imposte nuove sanzioni".

La risposta del Cremlino è stata ambigua. Mentre Dmitry Medvedev ha respinto nettamente l'idea di una tregua, il portavoce del presidente Putin, Dmitry Peskov, ha aperto timidamente una possibilità: “Stiamo valutando la proposta”, ha dichiarato. Un'apertura che, pur se cauta, ha acceso una flebile speranza di un allentamento della tensione.

Da Kiev, intanto, arriva la disponibilità a collaborare: "Siamo pronti ad applicare il cessate il fuoco temporaneo a partire da lunedì", ha affermato un portavoce del governo ucraino. Questa dichiarazione rappresenta un segnale positivo, mostrando la volontà di Kiev di esplorare ogni possibile via verso la pace, anche se rimangono forti dubbi sulla reale intenzione di Mosca di accettare la proposta.

La situazione resta estremamente delicata. L'appello dei leader europei, unito alla dichiarazione di disponibilità di Kiev, mette una forte pressione sul Cremlino. Le prossime ore saranno cruciali per capire se la proposta di tregua verrà effettivamente presa in considerazione, e quali saranno le conseguenze in caso di rifiuto russo. La comunità internazionale attende con il fiato sospeso, sperando in un'apertura concreta che possa aprire la strada a una soluzione diplomatica del conflitto.

La proposta di tregua di 30 giorni rappresenta un tentativo, forse l'ultimo, di evitare un'ulteriore escalation del conflitto. Le sanzioni aggiuntive minacciate dall'Occidente in caso di rifiuto russo potrebbero avere conseguenze economiche di vasta portata, ma la priorità resta la fine delle violenze e il raggiungimento di una pace duratura. Il futuro dell’Ucraina e dell’Europa stessa dipende dalla risposta del Cremlino.

(11-05-2025 00:30)