Gli Alpini, ambasciatori di pace secondo Crosetto

Gli Alpini, ambasciatori di pace secondo Crosetto

Su "Faccetta nera" intonata da alcuni Alpini: la polemica infiamma il dibattito

Il ministro Crosetto difende gli Alpini, ma la vicenda del canto fascista a Bassano del Grappa scatena un'ondata di critiche.

La partecipazione di alcuni alpini al raduno di Bassano del Grappa, macchiata dall'intonazione del canto fascista "Faccetta nera", ha riacceso il dibattito sulla memoria storica e sull'opportunità di celebrazioni che possano veicolare messaggi di odio e discriminazione. Mentre migliaia di persone hanno partecipato pacificamente all'evento, alcuni episodi isolati hanno gettato un'ombra sull'intera manifestazione.

Il Ministro della Difesa Guido Crosetto è intervenuto sulla questione cercando di stemperare le polemiche. Ha dichiarato che "pochi perditempo non possono rovinare la festa a migliaia di persone", sottolineando il ruolo degli Alpini come "portatori di pace" e difendendo l'operato della maggioranza dei partecipanti. Le sue parole, però, non sono bastate a placare le proteste di chi considera inaccettabile l'esecuzione di un canto che evoca un periodo buio della storia italiana.

Le immagini e i video che circolano sui social media mostrano un gruppo di persone intonare "Faccetta nera", suscitando immediate reazioni di indignazione. L'episodio solleva interrogativi sulla gestione degli eventi pubblici e sulla necessità di prevenire comportamenti che possano urtare la sensibilità di larghi strati della popolazione.

Il dibattito si concentra ora sulla necessità di una riflessione più approfondita sul significato delle celebrazioni storiche e sulla responsabilità di evitare che eventi del genere si ripetano. La questione non riguarda solo la condanna di un singolo episodio, ma apre un più ampio e complesso dibattito sul modo in cui si ricorda e si interpreta il passato.

Associazioni partigiane e antifasciste hanno espresso forte condanna, sottolineando la gravità dell'accaduto e chiedendo chiare azioni per contrastare ogni forma di revisionismo storico. Il rischio, avvertono, è quello di normalizzare comportamenti che minano i valori democratici e antifascisti.

La vicenda di Bassano del Grappa, dunque, rappresenta un caso emblematico che impone una riflessione profonda sulla memoria storica e sulla necessità di costruire un futuro improntato al rispetto e alla condivisione dei valori democratici. È necessario, concludono diversi commentatori, lavorare per un'educazione civica adeguata che possa contrastare efficacemente la diffusione di ideologie di odio e discriminazione.

(11-05-2025 13:30)