L'addio negato al mio bambino.

Lampedusa, tragedia nel Mediterraneo: due bambini di due anni morti di sete
Un dramma straziante scuote Lampedusa. Due coppie di migranti hanno perso i propri figli, due bambini di soli due anni, durante la pericolosa traversata del Mediterraneo. I piccoli sono morti di sete.Le testimonianze raccolte dai soccorritori sono agghiaccianti. "Ho tenuto stretto il corpicino di mio figlio morto. Temevo me lo buttassero in mare", ha raccontato una delle madri, il viso scavato dalla sofferenza e dagli occhi rossi dal pianto. Le parole sono cariche di dolore, di disperazione, di un'angoscia che si fa sentire anche a distanza.
La traversata è stata un calvario. Le scorte d'acqua sono finite troppo presto, lasciando le famiglie senza possibilità di sopravvivere nel caldo torrido. I due bambini, troppo piccoli per resistere alla disidratazione, si sono spenti uno dopo l'altro. L'immagine di quei corpi inermi, abbandonati all'implacabile sole, è un'immagine che difficilmente si cancellerà dalla memoria di chi li ha visti.
La tragedia evidenzia ancora una volta la pericolosità delle rotte migratorie e la necessità di interventi urgenti per garantire la sicurezza di chi cerca di raggiungere l'Europa. Non solo infrastrutture adeguate, ma anche una maggiore collaborazione internazionale per affrontare le cause profonde delle migrazioni e per offrire alternative sicure e legali ai migranti.
Le autorità italiane stanno indagando sull'accaduto, per accertare le responsabilità e per fare luce sulle circostanze che hanno portato a questa tragedia. Intanto, la comunità di Lampedusa, abituata alle tragedie del mare, si stringe intorno alle famiglie colpite da questo dolore immenso. La piccola isola, punto di arrivo e spesso di sofferenza per migliaia di persone in fuga da guerre e povertà, si trova oggi a confrontarsi con la crudele realtà di una perdita che ha scosso tutti.
La storia di questi due bambini, morti di sete in un mare che dovrebbe rappresentare vita e speranza, deve rappresentare un monito per tutti noi. Un monito a non dimenticare mai il volto di chi soffre, a lavorare per un futuro in cui simili tragedie non accadano più. È un appello all'umanità, un grido di dolore che si leva dal cuore di Lampedusa e risuona in tutto il mondo.
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