Erdogan: tra mediazioni globali e assenza di rivali curdi

Erdogan: tra mediazioni globali e assenza di rivali curdi

Erdogan, il Sultano delle mediazioni: tra Mosca e Kiev, un ruolo sempre più centrale

Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan si sta affermando come un mediatore chiave negli scenari internazionali più complessi, sfruttando la sua posizione geopolitica strategica per tessere una rete di influenze che si estende dal Mar Nero ai Balcani, dal Medio Oriente al Nordafrica.

La recente intensificazione degli sforzi diplomatici di Ankara, in particolare nella delicata questione del conflitto russo-ucraino, sottolinea la crescente influenza di Erdogan sulla scena internazionale. La Turchia, nonostante il suo stretto legame economico con la Russia, si è mantenuta neutrale nel conflitto, fornendo un canale di comunicazione cruciale tra le due parti in guerra.

"Erdogan sta giocando una partita a scacchi geopolitica magistrale," afferma l'analista di politica internazionale, Professor Giovanni Rossi dell'Università di Bologna. "La sua capacità di dialogare sia con Mosca che con Kiev, ma anche con gli attori regionali nel Medio Oriente e Nord Africa, gli conferisce un ruolo unico e sempre più importante."

L'impegno di Erdogan si estende ben oltre il conflitto ucraino. La sua mediazione nella crisi siriana, seppur con risultati altalenanti, dimostra la sua volontà di intervenire attivamente nelle aree di crisi globale. La sua influenza si fa sentire anche nei delicati equilibri regionali, ad esempio nelle tensioni con i curdi e nella gestione dei flussi migratori.

La crescente assertività turca, sostenuta da una robusta crescita economica negli ultimi anni, consente ad Erdogan di operare con una maggiore autonomia sulla scena internazionale, facendo leva sulla sua capacità di mediazione per consolidare la sua leadership regionale.

Questo ruolo, però, non è privo di rischi. L'equilibrio precario tra le diverse fazioni in gioco richiede una diplomazia attenta e una gestione oculata delle relazioni internazionali. L'obiettivo finale di Erdogan sembra essere quello di affermare la Turchia come un attore chiave nella definizione dell'ordine mondiale, un ruolo che si sta concretizzando attraverso l'arte della mediazione in contesti geopolitici altamente complessi.

La capacità di Ankara di dialogare con attori così diversi, dalle potenze mondiali agli attori regionali, dimostra la flessibilità e la lungimiranza della politica estera turca sotto la guida di Erdogan. Resta da vedere fino a che punto questa strategia si rivelerà vincente nel lungo termine, ma la sua influenza attuale è innegabile. La figura di Erdogan si staglia così come quella di un “Sultano” del nuovo millennio, impegnato a plasmare un nuovo assetto geopolitico, influenzando, con le sue mediazioni, il corso degli eventi a livello globale.

(13-05-2025 01:00)