Caso Poggi, i genitori: "Increduli, l'arma del delitto è in nostro possesso".

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Giallo di Garlasco, nuove ombre sul caso: parla il legale di Alberto Stasi
Il caso di Chiara Poggi, la giovane uccisa a Garlasco nel 2007, torna a far discutere. A quasi vent'anni dal tragico evento, emergono nuove polemiche in seguito ad alcune dichiarazioni degli inquirenti che sembrerebbero voler riaprire il caso.
L'avvocato di Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l'omicidio, ha rilasciato dichiarazioni forti: "Gli inquirenti non possono collocarsi al di sopra della giurisdizione ignorando quanto accertato in un giusto processo, valorizzando, a distanza di quasi vent’anni, delle ipotesi stravaganti".
BR
Le parole del legale sottolineano la ferma convinzione dell'innocenza del suo assistito e la critica nei confronti di un'eventuale riapertura delle indagini basata su elementi considerati già ampiamente sviscerati e rigettati in sede processuale. La difesa si appella al principio del ne bis in idem, che vieta di processare una persona due volte per lo stesso reato.
BR
La vicenda assume contorni ancora più drammatici con le dichiarazioni dei genitori di Chiara Poggi, che si sono detti "basiti" dalle nuove ipotesi investigative. "L'attizzatoio è qui da noi," hanno affermato, ribadendo di averlo sempre messo a disposizione degli inquirenti durante le indagini. Questa affermazione getta ulteriori ombre sulla gestione delle prove e sulle ricostruzioni alternative proposte.
BR
Il caso di Garlasco, quindi, è tutt'altro che chiuso. Le dichiarazioni delle parti in causa aprono nuovi scenari e sollevano interrogativi sulla verità dei fatti e sulla giustizia. Resta da vedere se queste nuove tensioni porteranno a sviluppi concreti o se il caso rimarrà confinato in un limbo di dubbi e polemiche. Per ora, si registra un rinnovato interesse mediatico e un'ondata di indignazione da parte di chi crede che la vicenda sia stata gestita in modo lacunoso.
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