Ravasi: "L'intelligenza artificiale e l'eco di Leone XIV? Come Jobs, cerchiamo la poesia nella tecnica."

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L'allarme del Cardinale: "Dominio tecnologico e destino dei popoli", Ravasi invoca l'umanesimo digitale
BR"Chi detiene il potere sui software più avanzati esercita un'influenza decisiva sui destini globali," ha affermato con forza un importante Cardinale durante un recente dibattito sull'etica dell'intelligenza artificiale. L'alto prelato ha sottolineato come, in questo scenario dominato dalla tecnologia, la voce del Papa possa rappresentare una "spina nel fianco" per le potenze che mirano a controllare il futuro attraverso algoritmi e dati.
BRLe sue parole giungono in un momento cruciale, mentre il mondo si interroga sulle implicazioni di un'IA sempre più pervasiva. Il Cardinale ha espresso preoccupazione per la possibile perdita di controllo da parte dell'uomo, di fronte a sistemi intelligenti capaci di prendere decisioni autonome con conseguenze enormi a livello sociale, politico ed economico.
BRIn un intervento successivo, il Cardinale Ravasi, noto per la sua apertura al dialogo tra fede e scienza, ha offerto una prospettiva complementare. Richiamando l'esempio di Leone XIII, figura storica che seppe confrontarsi con le sfide del suo tempo, Ravasi ha esortato a un approccio "umanistico" all'IA. "Dobbiamo riscoprire il 'lato poetico' della tecnologia," ha detto, citando implicitamente Steve Jobs, che invitava a integrare l'innovazione con una profonda comprensione della condizione umana.
BRIl dibattito, svoltosi in un'atmosfera di grande attenzione, ha evidenziato la necessità di un confronto aperto e interdisciplinare sulle implicazioni etiche e sociali dell'intelligenza artificiale. Entrambi i Cardinali hanno sottolineato l'importanza di non delegare completamente il futuro alle macchine, ma di mantenere salda la bussola dei valori umani, per garantire che la tecnologia sia al servizio del bene comune e non diventi uno strumento di dominio e disuguaglianza.
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