Urne aperte in Romania, Polonia e Portogallo: venti europei contro spinte nazionaliste.

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Europa Spaccata: Romania, Polonia e Portogallo al Voto in un Clima di Tensione
L'Europa osserva con attenzione le elezioni di oggi in Romania, Polonia e Portogallo, tre paesi chiamati a scelte cruciali che potrebbero ridefinire gli equilibri politici interni e il rapporto con l'Unione Europea.
A Bucarest, l'esito incerto del primo turno ha portato ad un inatteso ballottaggio. Dopo l'annullamento da parte della Corte Costituzionale della precedente vittoria di Georgescu, la capitale romena è nuovamente alle urne. A contendersi la carica di sindaco sono il leader dell'ultradestra Siminion e il candidato liberale Dan. La competizione è accesa e riflette le profonde divisioni nella società romena, tra chi auspica un maggiore radicamento ai valori tradizionali e chi, invece, guarda con favore all'integrazione europea e ai principi liberali.
La Polonia non è da meno: a Varsavia, lo scontro è tra l'ultracattolico Kaczynski e Trzawskowski, in una partita che va ben oltre la semplice elezione amministrativa. Si tratta di un vero e proprio referendum sull'identità polacca e sul futuro del paese all'interno dell'UE.
Situazione diversa ma altrettanto rilevante in Portogallo. A Lisbona, il premier di centrodestra Montenegro si presenta come favorito contro il leader dei socialisti, Nuno Santos. Pur in un contesto meno polarizzato rispetto a Romania e Polonia, anche qui si confrontano visioni diverse sul futuro del paese, con Montenegro che punta alla stabilità economica e Santos che promette maggiore attenzione alle politiche sociali.
Queste elezioni, benché locali, assumono un significato simbolico che travalica i confini nazionali. Saranno determinanti per capire se l'onda sovranista, che ha già scosso l'Europa negli ultimi anni, è destinata a crescere o se, al contrario, prevarrà una visione più europeista e moderata.
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