Il raid: Emanuele abbandonato dagli amici, la disperazione dei genitori

Il raid: Emanuele abbandonato dagli amici, la disperazione dei genitori

Dolore e rabbia dei Tufano: "Vergognatevi, le madri dei ragazzi dovevano denunciare"

Napoli, – Il dolore straziante di Giuseppe e Maria Grazia Tufano, genitori di Emanuele, il 15enne ucciso a coltellate durante un raid al Corso Umberto a Napoli, si è trasformato in un grido di accusa rivolto alle madri degli altri ragazzi presenti quella notte. "Le madri di chi era con lui si vergognino" ha dichiarato il padre con voce rotta dalla sofferenza, "dovevano portare i figli in questura. Dovevano impedire che accadesse una tragedia simile".

Una dichiarazione forte, carica di rabbia e disperazione, che evidenzia l'incapacità di elaborare un lutto così improvviso e violento. La perdita del figlio, la consapevolezza di un futuro rubato, si intrecciano con l'amarezza per quello che viene percepito come un fallimento collettivo. Non solo delle istituzioni, ma anche delle stesse famiglie dei ragazzi coinvolti nella tragica vicenda.

I genitori di Emanuele non si limitano a puntare il dito contro le madri degli altri giovani. Ricostruiscono anche la dinamica degli eventi secondo la loro interpretazione: "Nostro figlio è stato ingannato dagli amici, coinvolto nel raid e poi lasciato a terra". Una descrizione che dipinge un quadro di abbandono e tradimento, aggravando ulteriormente il peso del dolore.

La conclusione è un appello disperato, un grido rivolto ai giovani napoletani: "Ai giovani diciamo: andate via da Napoli". Parole dure, che rispecchiano la profonda delusione e la sfiducia nei confronti di un contesto sociale percepito come ostile e pericoloso. Un appello che lascia intendere la necessità di un cambiamento radicale, un grido di dolore che si trasforma in un monito lanciato con forza e disperazione.

L'omicidio di Emanuele ha scosso profondamente la città di Napoli, riaprendo il dibattito sulla sicurezza e sulle responsabilità individuali e collettive. Le parole dei genitori, cariche di dolore e rabbia, sono un monito a riflettere su quanto accaduto e sulla necessità di prevenire tragedie simili in futuro. La loro disperazione, la loro richiesta di giustizia, risuonano come un eco doloroso nella città partenopea.

(20-05-2025 08:32)