Divieto ai single: la Corte lo boccia

Corte Costituzionale: No al ricorso sulla PMA per donne single
La Corte Costituzionale ha respinto il ricorso che chiedeva di dichiarare illegittima la norma che impedisce l'accesso alla procreazione medicalmente assistita (PMA) alle donne single. Secondo i giudici, il divieto non è irragionevole.
La sentenza, emessa nel corso dell'anno in corso, pone fine a una lunga battaglia legale portata avanti da diverse associazioni e da donne che aspiravano a diventare madri attraverso la PMA. Il ricorso si basava sull'argomento della discriminazione, sostenendo che la legge vigente viola il principio di uguaglianza di fronte alla legge, impedendo alle donne single di esercitare la propria libertà riproduttiva in modo equivalente alle coppie.
La Corte, tuttavia, ha ribadito la legittimità della norma, sottolineando la necessità di tutelare il diritto del minore a crescere in un contesto familiare stabile e con una figura genitoriale di entrambi i sessi. La decisione è stata motivata con l'obiettivo di preservare il benessere del bambino, considerando come fondamentale la presenza di entrambi i genitori per la sua crescita armoniosa. Questo aspetto, secondo i giudici, giustificherebbe la restrizione all'accesso alla PMA per le donne single.
La sentenza ha suscitato immediate e forti reazioni. Associazioni a difesa dei diritti delle donne hanno espresso profonda delusione, denunciando una violazione dei principi di uguaglianza e autodeterminazione. Si prevede una ulteriore mobilitazione per chiedere una revisione legislativa che garantisca a tutte le donne l'accesso alle tecniche di PMA, indipendentemente dal loro stato civile.
"È una sentenza che ci lascia amaregiate e che riteniamo penalizzante per molte donne", ha dichiarato una rappresentante di un'associazione per i diritti delle donne, sottolineando l'importanza di garantire l'uguaglianza di accesso alle cure mediche e la libertà di scelta per le donne in tema di maternità. La battaglia per i diritti riproduttivi delle donne single, dunque, sembra lungi dall'essere conclusa. Il dibattito pubblico, già acceso, proseguirà con nuove iniziative e pressioni politiche.
L'opinione pubblica è divisa. Mentre alcuni sostengono la necessità di una maggiore tutela del minore, altri ritengono che la decisione della Corte sia una restrizione ingiustificata della libertà delle donne e un ostacolo all'uguaglianza di genere. La sentenza apre dunque un dibattito complesso e delicato che coinvolge aspetti sociali, etici e giuridici di fondamentale importanza.
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