Siberia: un vescovo missionario apre al dialogo tramite progetti umanitari, nonostante Lavrov.

Ponti con Mosca: il vescovo Lipke difende il dialogo, nonostante il "no" di Lavrov
Stephan Lipke, vescovo missionario in Siberia, ha lanciato un appello accorato per la continuazione del dialogo con la Russia, sottolineando la necessità di costruire "molti ponti" con Mosca. In un'intervista rilasciata recentemente, il vescovo ha difeso con fermezza l'importanza delle iniziative umanitarie portate avanti da figure chiave della Chiesa cattolica come i cardinali Konrad Krajewski, Michael Czerny e Matteo Zuppi.
La sua posizione assume un significato particolare alla luce del recente rifiuto del Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov di intraprendere un dialogo diretto con il Vaticano. Lipke, però, non si lascia scoraggiare: "Il no di Lavrov? Per dialogare si parte dai progetti umanitari", ha affermato con convinzione. Secondo il vescovo, l'azione concreta sul terreno, attraverso iniziative di aiuto concreto alle popolazioni colpite dal conflitto, rappresenta il punto di partenza imprescindibile per costruire fiducia e aprire la strada a un confronto più ampio.
Lipke, da anni impegnato nella difficile realtà siberiana, conosce bene le sfide poste dal dialogo con la Russia. La sua esperienza diretta gli permette di comprendere le complessità geopolitiche e le delicatezze diplomatiche in gioco. Nonostante ciò, il vescovo ribadisce la necessità di non abbandonare la speranza e di perseverare nella ricerca di soluzioni pacifiche.
L'impegno dei cardinali Krajewski, Czerny e Zuppi, nel portare avanti iniziative umanitarie in Ucraina e in Russia, rappresenta secondo Lipke un esempio concreto di come sia possibile costruire ponti, anche in un contesto così difficile. Questi progetti, che spesso passano inosservati ai grandi media, rappresentano un investimento fondamentale nella costruzione di una pace duratura, un investimento che va oltre le dichiarazioni politiche e si concentra sull'azione pratica e sulla solidarietà concreta.
Il vescovo Lipke conclude l'intervista con un appello alla perseveranza e alla fiducia: "Non dobbiamo perdere la speranza. Il dialogo, anche se difficile, è l'unica strada per costruire un futuro di pace". Le sue parole risuonano come un monito importante, un invito a non sottovalutare l'importanza del dialogo, anche e soprattutto nei momenti più bui.
La testimonianza del vescovo Lipke offre un punto di vista prezioso, sottolineando l'importanza di un approccio pragmatico e umanitario nel costruire relazioni con la Russia, un approccio che potrebbe aprire la strada a un futuro di maggiore comprensione e pace.
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