Ucraina: il Cremlino blinda i colloqui di Istanbul. Ultimissime dal fronte russo-ucraino.

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Tensioni alle Stelle: Cremlino fissa paletti, Washington critica, Negoziati in Bilico
La situazione in Ucraina rimane tesa e complessa, con segnali contrastanti che emergono dai vari attori coinvolti. Il Cremlino ha rilasciato una dichiarazione perentoria, affermando che il Presidente Putin si siederà al tavolo dei negoziati solo in caso di "progressi significativi" sul terreno. Una posizione che sembra irrigidire ulteriormente le già complesse dinamiche diplomatiche.
Nel frattempo, il Colonnello in pensione Douglas Macgregor, ex consigliere del Pentagono, ha espresso una posizione che ha fatto discutere, ipotizzando la possibilità di un'Ucraina neutrale al di fuori della NATO. Tuttavia, la posizione di Mosca rimane ferma sulla necessità di garanzie di sicurezza che vadano oltre la semplice non adesione di Kiev all'Alleanza Atlantica. Un approccio definito "irragionevole" da parte di ambienti vicini al governo americano.
Dagli Stati Uniti, giungono voci di un'estrema delusione di Trump nei confronti di Putin, una dinamica che potrebbe complicare ulteriormente i rapporti tra le due potenze. Secondo fonti giornalistiche, l'amministrazione americana avrebbe deciso di non inviare una delegazione ai negoziati di Istanbul, un segnale che denota un clima di sfiducia e un approccio cauto verso il processo negoziale.
A complicare ulteriormente il quadro, Mosca ha ribadito con forza che nessun Paese terzo sarà ammesso ai negoziati di Istanbul, escludendo di fatto qualsiasi mediazione internazionale. Questo pone seri interrogativi sulla possibilità di un reale progresso verso una soluzione diplomatica del conflitto.
Resta da vedere se le prossime ore porteranno ad un ammorbidimento delle posizioni e ad un'apertura al dialogo, oppure se si assisterà ad un'ulteriore escalation della crisi.
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