Maccioni: Lo stupore di un mondo senza rispetto

Maccioni: Lo stupore di un mondo senza rispetto

L'editoriale di Avvenire finisce all'esame: tracce di un dibattito sul linguaggio

Un caso che ha acceso un'interessante discussione sul lessico giornalistico e politico: la presenza di un editoriale del quotidiano Avvenire tra le tracce di un esame di maturità. Non si tratta solo di un fatto accademico, ma di un'occasione per riflettere sul linguaggio utilizzato nella comunicazione pubblica, soprattutto in un momento in cui la polarizzazione e l'aggressività verbale sembrano dominare il dibattito.

Al centro della questione, una frase particolarmente significativa, segnalata da un giornalista: “Oggi si dice ‘li abbiamo asfaltati’”. Un'espressione, secondo il giornalista, che rimanda ad un linguaggio aggressivo, non solo giornalistico ma anche politico, citando come esempio lo stile comunicativo di Donald Trump. La scelta di inserire un editoriale contenente tale espressione nelle tracce d'esame ha suscitato perplessità e aperto un dibattito sulla necessità di un linguaggio più rispettoso e costruttivo.

Il caporedattore di Avvenire, Marco Maccioni, ha espresso la sua sorpresa di fronte a questa reazione, dichiarando di aver riscoperto l'importanza del rispetto in un mondo dove la cattiveria sembra essere diventata un valore. Le sue parole sottolineano una riflessione più ampia sul ruolo della comunicazione e sulla responsabilità dei media nel plasmare il linguaggio pubblico. Non si tratta semplicemente di una questione di stile, ma di una scelta etica: il modo in cui ci esprimiamo contribuisce a costruire o a demolire il clima del dibattito pubblico.

La discussione sollevata da questo episodio è di fondamentale importanza. È necessario interrogarsi sul ruolo del linguaggio nella costruzione di una società più civile e inclusiva. L'utilizzo di espressioni aggressive e violente, spesso sfruttate per ottenere consenso o per delegittimare gli avversari, mina la possibilità di un dialogo costruttivo e alimenta la polarizzazione. La scelta delle parole non è mai neutra; è un atto politico con conseguenze concrete sulla vita sociale.

L'episodio dell'editoriale di Avvenire offre quindi l'occasione per una riflessione più ampia, che coinvolge studenti, docenti, giornalisti e tutti coloro che sono impegnati a costruire un discorso pubblico più responsabile e rispettoso. Un impegno che parte dalla scelta delle parole, dalla consapevolezza del loro impatto e dalla volontà di promuovere un linguaggio che favorisca la comprensione e il dialogo invece della divisione e dell'odio. La sfida è quella di ricostruire un linguaggio attento al rispetto, contrastando la tendenza alla semplificazione e all'aggressività.

(18-06-2025 10:12)