Ecco un possibile titolo alternativo: **Noy: "Tra Iran e Israele, un'anima lacerata in un mondo dominato dalla legge del più forte"**

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Un cuore diviso tra Teheran e Tel Aviv: Intervista esclusiva a Noy, attivista di B’Tselem
"Non siamo imbattibili, e il regime non è la sua nazione". Sono parole che pesano come macigni quelle di Noy, giornalista israeliana di origine iraniana, attivista per i diritti umani con B’Tselem. In un periodo di rinnovate tensioni tra Israele e Iran, la sua voce rappresenta un ponte fragile, ma essenziale, tra due mondi spesso descritti come inconciliabili.
BRNata in Iran e trasferitasi in Israele in giovane età, Noy incarna la complessità di una identità duplice. Il suo impegno con B’Tselem, organizzazione che documenta le violazioni dei diritti umani nei territori occupati palestinesi, dimostra la sua ferma volontà di denunciare le ingiustizie, ovunque si manifestino. "Il mio cuore è diviso a metà," confessa Noy con un velo di tristezza nella voce, "amo Israele, la mia casa, ma non posso ignorare le sofferenze dei palestinesi, così come non posso dimenticare le mie radici iraniane."
BRLa recente escalation di violenza tra Israele e Hamas ha riacceso il dibattito sulla necessità di una soluzione pacifica al conflitto israelo-palestinese. Noy critica aspramente la politica del governo israeliano, definendola "basata sulla forza e sull'occupazione". Sottolinea come la propaganda bellica impedisca agli israeliani di comprendere appieno la realtà del conflitto e le conseguenze delle loro azioni. "I miei concittadini non hanno capito che non siamo imbattibili", afferma con amarezza, "e che il regime iraniano non rappresenta il popolo iraniano, che spesso è vittima dello stesso regime."
BRQuest'anno, in particolare, le preoccupazioni di Noy si sono intensificate a causa dell'aumento degli attacchi e delle rappresaglie. Temi per il futuro della regione e si batte affinché prevalga la ragione e si trovi una via d'uscita dal circolo vizioso della violenza. La sua speranza è che, un giorno, israeliani e iraniani possano convivere pacificamente, nel rispetto reciproco e nella comprensione delle proprie differenze. Un sogno ambizioso, forse, ma che anima il suo impegno quotidiano.
BR"Dobbiamo imparare ad ascoltarci, a comprenderci," conclude Noy, "solo così potremo costruire un futuro di pace per tutti."
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