Tensioni altissime: Iran apre alla diplomazia, ma dopo lo stop ai raid. Sangue a Gaza, bilancio sale a 35 vittime.
Medio Oriente sull'orlo del baratro: escalation di violenza e tensioni diplomatiche
Ginevra – La situazione in Medio Oriente precipita di ora in ora, segnata da violenza, accuse reciproche e tentativi disperati di mediazione diplomatica. A Ginevra si è concluso un incontro cruciale tra il ministro degli Esteri Araghchi e i suoi omologhi di Gran Bretagna, Francia e Germania, unitamente a Kaja Kallas, nel tentativo di trovare una soluzione pacifica all'escalation in corso. BR
Il vertice è avvenuto poche ore dopo che spari sulla folla in fila per ricevere aiuti umanitari nella Striscia di Gaza hanno causato la morte di almeno 35 persone, alimentando ulteriormente la rabbia e la disperazione nella regione. Le circostanze esatte della tragedia sono ancora oggetto di indagine, con accuse incrociate tra le parti coinvolte. BR
Intanto, la tensione tra Israele e Iran raggiunge livelli allarmanti. Fonti non confermate riferiscono di un attacco iraniano che avrebbe causato diversi impatti, colpendo il porto di Haifa e una moschea nella stessa città. La notizia, se confermata, rappresenterebbe un'escalation significativa nel conflitto. BR
Il Primo Ministro Netanyahu ha rilasciato una dichiarazione ferma: "Fermeremo il nucleare dell'Iran, con o senza Trump", ribadendo la determinazione di Israele a impedire all'Iran di sviluppare armi nucleari. BR
Il Ministro Katz ha annunciato di aver "dato ordine di intensificare i raid per minare il regime", preannunciando un'intensificazione delle operazioni militari israeliane contro obiettivi iraniani. BR
In risposta alle accuse e alle crescenti tensioni, il ministro Araghchi ha dichiarato che la diplomazia può avere inizio solo "dopo la fine dell'aggressione", ponendo di fatto un ultimatum alle parti in conflitto. L'incertezza regna sovrana e il timore di un conflitto regionale su vasta scala è palpabile. La comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione, consapevole delle gravi conseguenze che una guerra aperta potrebbe avere per la stabilità globale.
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