"Caso molestie a Catania: Procura impugna la sentenza per il docente accusato di palpeggiamenti."

Appello del PM contro l'assoluzione del professore: "Toccò i seni senza fare pressione"
Catania - La vicenda che ha scosso il mondo accademico catanese continua a far discutere. Il Pubblico Ministero ha presentato appello contro la sentenza di assoluzione parziale nei confronti del professore accusato di molestie sessuali. Il docente, infatti, era stato accusato di ripetuti comportamenti inappropriati nei confronti di alcune studentesse.
La sentenza di primo grado aveva stabilito la prescrizione per alcune delle accuse, mentre per altre, pur riconoscendo che vi fosse stato un "appoggio dei palmi al seno", aveva escluso la sussistenza di una "pressione particolare delle mani". Una formula che ha suscitato scalpore e che ora il PM intende contestare in appello.
La Procura ritiene che, anche in assenza di una "pressione particolare", il semplice atto di toccare i seni di una persona senza consenso costituisca reato. L'argomentazione si basa sulla presunta violazione della sfera personale e sulla mancanza di consenso delle studentesse a tali contatti fisici. Il PM contesta l'interpretazione data dal giudice in primo grado, sostenendo che l'assenza di "pressione particolare" non escluda la gravità del gesto in sé.BRLa decisione del PM di appellare la sentenza è stata accolta con reazioni contrastanti. Mentre alcune associazioni studentesche e movimenti femministi hanno espresso soddisfazione, auspicando una revisione più severa del caso, altri hanno sollevato dubbi sulla fondatezza dell'appello, sottolineando la difficoltà di provare l'esistenza di una "pressione" e la soggettività della percezione del gesto.BRIl caso, dunque, è tutt'altro che chiuso e si prepara ad affrontare un nuovo capitolo in tribunale. Resta da vedere se la Corte d'Appello accoglierà le ragioni del PM e ribalterà la sentenza di primo grado.BRLa vicenda, in ogni caso, pone interrogativi delicati sui confini del comportamento appropriato in ambito accademico e sulla necessità di tutelare la dignità e la libertà delle studentesse.
Seguiranno aggiornamenti sulla vicenda.
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