Via D'Amelio: 33 anni di ombre, la ricerca della verità continua.

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Via D'Amelio, 33 anni dopo: una ferita ancora aperta
Palermo, 19 Luglio 2024 - Trentatré anni sono trascorsi da quel tragico 19 luglio 1992, un giorno che ha segnato per sempre la storia d'Italia. Ore 16:58: un boato assordante squarciò il silenzio di via D'Amelio, portando via con sé il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina e Eddie Walter Cosina.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato una dichiarazione in cui ha definito la strage di via D'Amelio come un "segno indelebile nella storia d'Italia", sottolineando l'importanza di non dimenticare il sacrificio di chi ha combattuto contro la mafia.
Ma, al di là delle commemorazioni e delle parole di circostanza, la verità sulla strage rimane ancora avvolta nel mistero. L'inchiesta è ufficialmente ancora aperta, con nuove indagini e piste investigative che si susseguono nel tempo.
Familiari delle vittime e l'opinione pubblica continuano a chiedere giustizia e a pretendere che si faccia luce su tutti i lati oscuri di questa vicenda.
Il dolore e la rabbia sono ancora palpabili a Palermo, dove la memoria del giudice Borsellino e dei suoi agenti è tenuta viva da iniziative e manifestazioni.
La lotta alla mafia, purtroppo, non è ancora vinta, e l'impegno di tutti è fondamentale per contrastare questo fenomeno criminale e per onorare la memoria di chi ha perso la vita per difendere la legalità e la giustizia.
La strage di via D'Amelio rappresenta una ferita aperta nel cuore della democrazia italiana, un monito costante a non abbassare mai la guardia e a perseguire la ricerca della verità.
Ore 16:58. Silenzio. E la domanda che risuona ancora oggi: "Verità".
Per approfondire la storia di Paolo Borsellino, visita questo sito: Fondazione Paolo Borsellino.
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