Martina Oppelli sceglie il fine vita in Svizzera.

Martina Oppelli sceglie il fine vita in Svizzera.

Martina Oppelli, il Suicidio Assistito in Svizzera e l'Appello Inascoltato

Trieste piange Martina Oppelli, 50 anni, morta in Svizzera dove ha avuto accesso al suicidio assistito. BR La sua storia, dolorosa e intensa, riaccende il dibattito sull'eutanasia e sulla necessità di una legislazione chiara e rispettosa dei malati terminali in Italia.

Martina, affetta da una grave patologia che le aveva progressivamente tolto la qualità della vita, aveva espresso ripetutamente il desiderio di porre fine alle sue sofferenze nel suo paese d'origine. BR Aveva presentato, infatti, tre richieste all'Azienda sanitaria locale, tutte respinte.

Il 4 giugno scorso, l'ultimo diniego. BR Poco prima di partire per la Svizzera, Martina ha lasciato un video straziante, un grido disperato rivolto alle istituzioni: "Volevo morire in Italia, ma il mio corpo si è disgregato, non ho più la forza di respirare. BR Fate una legge che abbia senso e rispetti noi malati".

La sua morte solleva interrogativi urgenti sulla difficoltà di accesso al fine vita in Italia e sulla necessità di garantire ai pazienti terminali il diritto di scegliere dignitosamente come affrontare la fine della propria esistenza. BR Il suo appello risuona forte e chiede una risposta concreta da parte della politica e della società civile.

La vicenda di Martina Oppelli non è un caso isolato. BR Molte persone, affette da malattie incurabili e insopportabili, si trovano costrette a cercare aiuto all'estero per ottenere ciò che viene loro negato nel proprio paese. BR L'assenza di una legge chiara e uniforme sul suicidio assistito crea un vuoto normativo che lascia spazio a interpretazioni restrittive e burocrazia, ostacolando l'esercizio di un diritto fondamentale.

(31-07-2025 15:48)