Guerra dei dazi: l'effetto Trump secondo il WSJ, Giorgetti lavora per le esenzioni

Nuovi Dazi USA: l'Ue al 15%, il Canada al 35%, Londra al 10%
Un accordo sui dazi, ma con percentuali che lasciano l'amaro in bocca. Gli Stati Uniti hanno definito le nuove tariffe per diversi paesi, con l'Unione Europea che si attesta al 15%, il Canada al 35%, il Regno Unito al 10% e la Siria addirittura al 41%. Singapore, invece, vedrà applicata un'aliquota del 10%. La notizia, riportata dal Wall Street Journal, ha scatenato un acceso dibattito.
Il WSJ, infatti, non ha risparmiato critiche all'amministrazione americana, sottolineando come le performance del PIL e dell'occupazione stentano a decollare. L'articolo evidenzia una correlazione tra queste difficoltà economiche e le politiche protezionistiche adottate.
"Le scelte dell'amministrazione in materia di dazi stanno causando un danno significativo all'economia americana", si legge nel commento del WSJ. L'analisi del quotidiano economico approfondisce l'impatto negativo sulle esportazioni e sulla competitività delle aziende statunitensi a livello globale.
Dal fronte italiano, il Ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha dichiarato che "i negoziati sono ancora aperti per definire eventuali esenzioni". Questa affermazione lascia intendere la possibilità di una revisione delle percentuali concordate, o almeno di un'attenuazione degli impatti negativi per le imprese italiane. La posizione di Giorgetti evidenzia la necessità di difendere gli interessi nazionali nel contesto di queste nuove tariffe, cercando di limitare i danni per il tessuto economico italiano.
La situazione rimane fluida e complessa. Le nuove tariffe americane avranno ripercussioni significative sulle relazioni commerciali internazionali, e gli attori coinvolti sono chiamati a una attenta valutazione delle strategie future. Resta da capire se la possibilità di esenzioni citata da Giorgetti si concretizzerà e quali saranno le sue dimensioni. L'incertezza, in questo momento, regna sovrana.
L'impatto su settori chiave come l'agroalimentare e l'automotive è atteso con grande preoccupazione, sia in Europa che in Canada. Il prossimo futuro ci dirà se questa politica di dazi, definita dal WSJ come controproducente, apporterà i risultati sperati dall'amministrazione americana, oppure si tradurrà in un ulteriore rallentamento della crescita economica globale.
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