Schlein all'Eurosocialismo: "Priorità a una difesa europea unita, no a corse agli armamenti nazionali".
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Schlein frena sul riarmo, ma incassa un no sui fondi di coesione al pre-vertice S&D
BRRoma, [data odierna] - La segretaria del Partito Democratico, intervenendo per ultima al pre-vertice del gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D) in vista del Consiglio Europeo, ha portato sul tavolo le priorità del suo partito. L'incontro, cruciale per definire la linea del gruppo S&D sui temi chiave dell'agenda europea, ha visto un acceso confronto sulle strategie per la difesa e sull'utilizzo dei fondi di coesione.
BRSecondo quanto trapela, la leader dem ha ottenuto un risultato contrastante. Da un lato, è riuscita a incassare un no alla proposta, avanzata da alcuni Paesi membri, di utilizzare i fondi di coesione, destinati allo sviluppo regionale, per finanziare iniziative nel settore della difesa. Questo punto era particolarmente caro al PD, che teme una penalizzazione delle regioni italiane in un momento economico delicato.
BRTuttavia, la linea di Schlein contro il cosiddetto "ReArm", ovvero il riarmo indiscriminato degli Stati membri, non è passata. La segretaria, parlando ai socialisti europei, ha ribadito la necessità di una difesa comune europea, più integrata ed efficiente, piuttosto che un aumento generalizzato delle spese militari nazionali. "Dobbiamo puntare a una vera politica di sicurezza europea, con investimenti mirati e coordinati, non a una corsa agli armamenti che rischia di frammentare la nostra capacità di difesa", avrebbe affermato. Nonostante l'appello, la maggioranza del gruppo S&D sembra orientata a sostenere un aumento degli investimenti nella difesa, seppur con modalità e criteri ancora da definire.
BRLa posizione del PD, e della sua segretaria, rimane quindi quella di un approccio più cauto e strategico alla questione della difesa, privilegiando la cooperazione e l'integrazione europea rispetto alle soluzioni puramente nazionali. Le prossime settimane saranno decisive per capire se questa linea riuscirà a influenzare le decisioni del Consiglio Europeo e, più in generale, la politica di difesa dell'Unione Europea. La partita è tutt'altro che chiusa.
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