Comuni contro le celebrazioni del 25 aprile: la sobrietà diventa divieto?

Comuni contro le celebrazioni del 25 aprile: la sobrietà diventa divieto?

Sobrietà energetica o censura del 25 Aprile? La polemica infiamma i Comuni

Polemiche accese in diversi comuni italiani, prevalentemente amministrati dal centrodestra, per le ordinanze che, in nome della "sobrietà energetica", hanno di fatto limitato o vietato le celebrazioni del 25 aprile. L'iniziativa, presentata come un necessario risparmio di risorse in un periodo di crisi, ha scatenato un vespaio di proteste da parte delle opposizioni e delle associazioni partigiane, che denunciano una vera e propria censura delle commemorazioni della Festa della Liberazione.

In diversi casi, sono stati vietati o fortemente limitati comizi, canti partigiani e cortei, con motivazioni che vanno dalla necessità di ridurre l'illuminazione pubblica al contenimento dei consumi energetici. Questa interpretazione della "sobrietà energetica", però, è stata contestata duramente. "Si tratta di un'interpretazione strumentale e preoccupante – dichiara un esponente del Partito Democratico – che usa un'esigenza reale per limitare la libertà di espressione e il ricordo di un momento fondamentale della nostra storia".

Alcuni sindaci hanno difeso le proprie ordinanze, sottolineando l'urgenza di ridurre i consumi energetici e la necessità di trovare soluzioni alternative per le celebrazioni. Altri, invece, hanno optato per soluzioni più flessibili, proponendo ad esempio manifestazioni più contenute o spostando gli eventi in orari meno impegnativi dal punto di vista energetico. La varietà di risposte offerte dai comuni coinvolti evidenzia la complessità del tema e la mancanza di un indirizzo nazionale univoco in materia.

La questione ha sollevato un acceso dibattito sulla compatibilità tra le esigenze di risparmio energetico e il diritto alla memoria e alla celebrazione di eventi storici di rilevanza nazionale. Le associazioni partigiane hanno annunciato azioni legali e iniziative di protesta per contrastare ciò che definiscono un tentativo di silenziare la memoria della Resistenza. La vicenda, dunque, è destinata a rimanere al centro del dibattito politico nei prossimi giorni e settimane, con possibili strascichi giudiziari e una riflessione più ampia sulla necessità di conciliare le emergenze del presente con il rispetto del passato.

La vicenda evidenzia la necessità di un dialogo costruttivo tra istituzioni e associazioni per trovare soluzioni che consentano sia il risparmio energetico sia il rispetto del diritto alla memoria e alla celebrazione delle ricorrenze nazionali.

Si attendono ulteriori sviluppi e chiarimenti da parte delle amministrazioni comunali coinvolte, e soprattutto una presa di posizione chiara da parte del governo centrale sulla questione. Il rischio, altrimenti, è quello di trasformare una semplice misura di contenimento dei consumi in un pericoloso precedente per la libertà di espressione e la memoria storica del nostro Paese.

(25-04-2025 03:48)