Condanna a 18 anni per l'omicidio di Santo Romano

La madre di Santo Romano: "Giustizia fallita, 18 anni sono troppo pochi"
Una sentenza che brucia come un ferro rovente. È questo il sentimento che emerge dalle parole strazianti della madre di Santo Romano, il giovane ucciso a seguito di una violenta aggressione. Il Tribunale dei Minori ha condannato il 17enne responsabile dell'omicidio a 18 anni di reclusione. Una pena che, agli occhi della donna, non rispecchia la gravità del crimine e l'immane dolore che ha travolto la sua famiglia.
“18 anni? Sono troppo pochi per una vita spezzata, per un futuro cancellato”, ha dichiarato la madre di Santo, con la voce rotta dal pianto, ai microfoni dei giornalisti presenti fuori dal Palazzo di Giustizia. “Mio figlio non tornerà mai più. Nessuna pena potrà mai colmare questo vuoto incolmabile. La giustizia, oggi, ha fallito di nuovo. Ha fallito con mio figlio, ha fallito con noi”.
La donna, durante la sua toccante testimonianza, ha ricordato il sorriso, l'allegria e i sogni di Santo, brutalmente interrotti dalla violenza cieca dell'aggressore. Ha descritto la sua lotta quotidiana contro il dolore, la difficoltà di accettare l'irreparabile e la profonda ingiustizia percepita di fronte a una condanna che, secondo lei, non tiene conto della crudeltà dell'atto commesso.
La sentenza, pur prevedendo una pena detentiva significativa per un minore, non ha placato la rabbia e la disperazione dei familiari di Santo. L'avvocato della parte civile ha annunciato l'intenzione di presentare ricorso in appello, nella speranza di ottenere una condanna più severa, che possa, almeno in parte, rispecchiare la gravità del reato e rappresentare una qualche forma di giustizia per la vittima e i suoi cari.
La vicenda di Santo Romano, purtroppo, si aggiunge ad una lunga lista di casi che mettono in discussione l'efficacia del sistema giudiziario nella gestione della violenza giovanile e nella tutela delle vittime. La sua tragica fine è un monito a riflettere sulla necessità di contrastare la violenza, di prevenire questi atti efferati e di garantire una giustizia effettiva e proporzionata.
La lotta per la giustizia continua. La madre di Santo, nonostante il dolore immenso, non intende arrendersi. Con la sua forza e la sua determinazione, vuole continuare a combattere per la memoria del figlio e per un futuro in cui simili tragedie possano essere evitate. La sua voce, carica di dolore e di indignazione, è un grido che risuona forte e chiaro, chiedendo verità e giustizia per Santo e per tutte le vittime di violenza.
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