Contrasto a Ramelli: saluto romano e "Bella Ciao"

Contrasto a Ramelli: saluto romano e "Bella Ciao"

Cinquant'anni dopo, l'ombra di Sergio Ramelli: Bella Ciao e saluto romano in un ricordo controverso

Milano, 29 marzo 2024 - Cinquant'anni dopo la sua tragica uccisione, la memoria di Sergio Ramelli, giovane studente ucciso a Milano il 29 marzo 1975, è tornata a far discutere. Un evento commemorativo, svoltosi oggi nel luogo dell'omicidio, ha visto la contestuale esecuzione di "Bella Ciao" e il saluto romano da parte di alcuni partecipanti, creando un clima di forte tensione e alimentando un acceso dibattito sul significato di questo ricordo divisivo.

Il contrasto tra il canto partigiano, simbolo della Resistenza antifascista, e il saluto fascista, è stato immediatamente percepito come un'immagine forte e carica di significato. La scelta di far convivere questi due simboli, apparentemente inconciliabili, ha lasciato molti osservatori perplessi, sollevando interrogativi sulla natura stessa della commemorazione e sul modo in cui si sceglie di ricordare una vittima di violenza politica.

La presenza di partecipanti che hanno eseguito il saluto romano ha riaperto la ferita di un passato che sembrava, almeno in superficie, rimarginato. L'evento ha suscitato reazioni contrastanti: da chi lo ha interpretato come un atto di provocazione, a chi lo ha considerato un'espressione di una memoria politicamente schierata e non univoca. La scelta di ricordare Ramelli con un gesto che evoca il fascismo, proprio mentre risuonava l'inno della Resistenza, evidenzia la complessità del ricordo e l'impossibilità di una narrazione univoca degli eventi del passato.

La città di Milano è rimasta divisa. L’episodio ha riacceso il dibattito sulla necessità di una riflessione approfondita su come ricordare le vittime della violenza politica, evitando strumentalizzazioni e polarizzazioni. La commemorazione di Sergio Ramelli, a cinquant'anni dalla sua morte, si trasforma così in un'occasione per riflettere sulla necessità di un dialogo civile e di un rispetto reciproco delle diverse memorie, anche quelle più difficili e contrastanti.

È fondamentale, dunque, promuovere una cultura della memoria che sia inclusiva e capace di confrontarsi con le diverse interpretazioni del passato, senza cedere alla semplificazione e alla strumentalizzazione. La morte di Sergio Ramelli rimane un monito contro l'odio e la violenza politica, e il modo in cui lo si ricorda oggi dovrebbe essere all'altezza di questo monito.

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(30-04-2025 02:19)