Harris: il marito escluso dal Museo dell'Olocausto

Doug Emhoff silurato dal consiglio del Museo dell'Olocausto: la protesta di Trump e la replica
Doug Emhoff, marito della vicepresidente americana Kamala Harris, è stato improvvisamente rimosso dal consiglio direttivo del Museo dell'Olocausto di Washington. La decisione, presa dal presidente del consiglio, Jeffrey Abramson, ha suscitato immediate e forti reazioni, con Donald Trump che ha addirittura salutato la notizia con un tweet: "Finalmente un po' di buon senso".
La rimozione di Emhoff, nominato nel 2021 dall'amministrazione Biden, è avvenuta senza alcuna spiegazione ufficiale. Abramson si è limitato a una dichiarazione laconica, affermando che la decisione fa parte di una riorganizzazione del consiglio. Tuttavia, le voci circolano insistenti, suggerendo una motivazione politica dietro la scelta. Emhoff, infatti, è stato un figura attiva nella promozione della memoria dell'Olocausto e nella lotta contro l'antisemitismo.
La reazione di Emhoff non si è fatta attendere. In una dichiarazione rilasciata tramite i suoi portavoce, ha espresso profondo rammarico per la decisione, sottolineando il suo impegno costante per la missione del Museo. "Sono profondamente deluso dalla decisione di rimuovermi dal consiglio del Museo dell'Olocausto", ha dichiarato, "La memoria non deve mai essere politicizzata. È fondamentale mantenere il ricordo delle vittime dell'Olocausto al centro di ogni nostra azione".
La posizione di Emhoff ha trovato ampia condivisione da parte di esponenti del partito Democratico. Molti hanno accusato l'amministrazione del Museo di aver ceduto alle pressioni politiche di Trump e dei suoi alleati. Alcuni rappresentanti hanno addirittura chiesto indagini sulle motivazioni che hanno portato alla decisione.
Intanto, le dichiarazioni di Trump alimentano ulteriormente le polemiche. Il tweet, che è stato ampliamente condiviso sui social media, è stato interpretato da molti come un tentativo di strumentalizzare la situazione a fini politici. La scelta di celebrare pubblicamente la rimozione di Emhoff evidenzia ancora una volta il clima di forte polarizzazione politica che attraversa gli Stati Uniti.
La vicenda si presenta dunque come un caso emblematico della crescente politicizzazione anche di temi delicati come la memoria storica. Resta da capire se l'amministrazione del Museo riuscirà a placare le polemiche e a fornire spiegazioni convincenti sulla decisione di rimuovere Emhoff dal consiglio direttivo. La questione, senza dubbio, continua a tenere banco nel dibattito pubblico americano.
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