Ecco una possibile riformulazione del titolo: **Spesa militare Ue: dodici nazioni invocano deroghe al bilancio.**

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Svolta Atlantica a Sud: anche Portogallo e Grecia spingono per una Difesa Ue senza vincoli di bilancio
La richiesta di 12 paesi europei di derogare al Patto di Stabilità per rafforzare la Difesa comune ha sorpreso gli analisti non tanto per l'adesione prevedibile dei paesi baltici e della Scandinavia, da sempre sensibili alle minacce provenienti dall'Est. L'Estonia, la Lettonia, la Lituania, la Finlandia e la Danimarca, data la loro posizione geografica, appaiono schierate. L'annunciata inversione di rotta della Germania, tradizionalmente più prudente in materia di spese militari, era nell'aria dopo l'invasione russa dell'Ucraina.
La vera novità è rappresentata dalla presenza di Portogallo e Grecia tra i firmatari. Questo segnale smentisce l'idea di un Sud Europa disinteressato alle implicazioni geopolitiche del conflitto e sottolinea una crescente consapevolezza della necessità di una risposta europea unitaria e forte.
Si tratta di un cambio di passo significativo, che potrebbe portare a un'accelerazione del processo di integrazione europea in materia di difesa. La flessibilità richiesta sul Patto di Stabilità mira a garantire agli stati membri la possibilità di investire massicciamente nel settore, senza essere penalizzati da rigide regole di bilancio.
L'iniziativa, di cui ancora non sono stati resi pubblici i dettagli operativi, solleva interrogativi sulla sua fattibilità politica e sulle resistenze che potrebbe incontrare in seno all'Unione Europea. Tuttavia, la compattezza dimostrata dai 12 paesi rappresenta un segnale incoraggiante per chi auspica una Difesa Ue più autonoma e incisiva. Resta da vedere come la Commissione Europea si pronuncerà in merito alla richiesta di flessibilità avanzata.
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