Elezioni in Romania: l'euroscettico in testa, crescono i timori.

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Romania al voto: Simion in testa, tra nazionalismo e disillusione

Bucarest, 15 settembre 2024 - La Romania torna alle urne in un clima teso, segnato da forti disuguaglianze sociali e una crescente disaffezione verso le istituzioni europee. Dopo l'annullamento delle precedenti elezioni, viziate da pesanti accuse di interferenze straniere, in particolare russe, che avevano portato alla vittoria di un candidato di estrema destra, il Paese è chiamato a esprimersi nuovamente.

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Stando ai primi exit poll, George Simion, leader di Alleanza per l'Unione dei Romeni (AUR), partito di ispirazione nazionalista, si troverebbe in testa, alimentando preoccupazioni a Bruxelles e nelle capitali europee. Il suo messaggio, che fa leva sul risentimento verso un'élite percepita come corrotta e distante dai problemi reali della popolazione, sembra aver fatto breccia in un elettorato stanco di promesse non mantenute e di una povertà persistente.

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La campagna elettorale è stata aspra, con accuse reciproche di corruzione e di legami con potenze straniere. Simion ha ripetutamente attaccato l'Unione Europea, accusandola di imporre politiche che danneggiano l'economia romena e di non tutelare gli interessi nazionali. Il suo successo elettorale, se confermato, rappresenterebbe un duro colpo per il progetto europeo e un segnale preoccupante per la stabilità della regione.

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Analisti politici sottolineano come la diffusa povertà e la percezione di un sistema politico sordo alle esigenze dei cittadini abbiano creato un terreno fertile per il populismo e il nazionalismo. Resta da vedere se le forze politiche tradizionali riusciranno a contrastare questa tendenza e a riconquistare la fiducia di un elettorato sempre più disilluso. Il futuro della Romania, e il suo ruolo in Europa, dipenderanno dall'esito di queste elezioni.

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(04-05-2025 01:00)