Stop lavoretti a Londra per italiani: inglese obbligatorio

Addio lavoretti a Londra? Le nuove leggi sull'immigrazione mettono in difficoltà gli italiani
Londra,Il governo laburista di Keir Starmer ha varato oggi nuove, severe leggi sull'immigrazione che rischiano di chiudere le porte del Regno Unito a molti italiani, soprattutto ai giovani che fino ad ora trovavano impiego nei tradizionali "lavoretti" per imparare la lingua e ambientarsi. La nuova normativa, in vigore da ottobre 2024, richiede infatti un livello di istruzione superiore, con il conseguimento di una laurea, e una fluente conoscenza della lingua inglese come prerequisito fondamentale per ottenere un permesso di soggiorno per lavoro.
Questa decisione, fortemente criticata da diverse associazioni che tutelano i diritti dei lavoratori stranieri, colpirà duramente la comunità italiana a Londra. Per anni, infatti, la città è stata una meta ambita per molti giovani italiani in cerca di un'esperienza all'estero, che trovavano impiego in settori come la ristorazione, il turismo o l'assistenza, spesso senza necessità di possedere qualifiche particolarmente elevate. Questi lavori, seppur spesso con basse retribuzioni, rappresentavano un'opportunità fondamentale per imparare l'inglese sul campo e integrarsi nella società britannica.
"È una vera e propria beffa", afferma Maria Rossi, presidente dell'Associazione Italiana di Londra, in un'intervista rilasciata a BBC News. "Molti giovani italiani si trasferivano qui proprio per imparare l'inglese lavorando. Ora, con queste nuove leggi, questo percorso diventa praticamente impossibile. Bisogna arrivare già preparati, con una laurea e un inglese perfetto. È un muro altissimo per chi vuole solo un'opportunità".
La nuova normativa, inoltre, introduce un sistema di punteggio più rigido per l'assegnazione dei visti, che tiene conto di fattori come l'età, le competenze linguistiche e il livello di istruzione. Questo rende ancora più difficile per chi non possiede una laurea ottenere un permesso di soggiorno per lavoro. L'effetto a catena potrebbe essere una diminuzione del numero di lavoratori stranieri nel Regno Unito, con conseguenti ripercussioni su diversi settori economici.
Il governo laburista si difende sostenendo che le nuove leggi mirano a garantire che l'immigrazione sia "qualificata e controllata", attirando professionisti altamente specializzati e contribuendo a colmare le lacune nel mercato del lavoro. Tuttavia, le critiche restano numerose, e molti si chiedono se queste misure siano davvero efficaci nel raggiungere l'obiettivo prefissato o se invece non siano un ostacolo per chi cerca solo una possibilità di crescita e di integrazione. La comunità italiana, in particolare, si trova ad affrontare un futuro incerto a Londra, con un accesso al mercato del lavoro sempre più difficile. L'appello è ora a un dialogo costruttivo tra il governo britannico e le comunità di lavoratori stranieri, per trovare soluzioni che permettano una sana e proficua integrazione, senza chiudere le porte a chi cerca solo un'opportunità.
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