Acciaierie d'Italia: richiesta cassa integrazione per circa 4.000 dipendenti.

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Ex Ilva: Produzione Dimezzata e Scatta la CIG per Quasi 4.000 Dipendenti
Taranto - Un fulmine a ciel sereno si è abbattuto sullo stabilimento ex Ilva di Taranto, ora Acciaierie d'Italia (ADI), a seguito del sequestro dell'altoforno 1. La decisione, motivata da preoccupazioni legate alla sicurezza e all'impatto ambientale, ha portato ad un drastico calo della produzione, stimato intorno al 50%.
La conseguenza immediata è stata l'attivazione della Cassa Integrazione Guadagni (CIG) per un numero considerevole di lavoratori: si parla di quasi 4.000 dipendenti. Questo rappresenta un colpo durissimo per l'occupazione locale e per l'indotto, già provati da anni di crisi e incertezza.
Le sigle sindacali hanno espresso forte preoccupazione per la situazione, chiedendo un intervento urgente del Governo per trovare una soluzione che possa garantire la continuità produttiva e la salvaguardia dei posti di lavoro. "Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza," ha dichiarato un rappresentante sindacale. "E' necessario un tavolo di confronto immediato per scongiurare il peggio."
Il sequestro dell'altoforno 1 riapre il dibattito sulla necessità di coniugare la produzione industriale con la tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini. La vertenza ex Ilva continua ad essere una delle sfide più complesse e delicate per il panorama industriale italiano.
Si attendono sviluppi nelle prossime ore, con possibili incontri tra Governo, azienda e sindacati per valutare le misure da intraprendere e mitigare l'impatto della crisi. La speranza è quella di trovare una soluzione che possa garantire un futuro sostenibile per lo stabilimento e per i lavoratori.
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